Immacolata Concezione e santi

dipinto, 1555 - 1555

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Portelli Carlo (notizie 1538/ 1574)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera - definita talvolta "Disputa dei Padri della Chiesa sull'Immacolata Concezione" - fu eseguita nel 1555 (benché in passato sia stata considerata opera del 1551; cfr. Venturi, Della Pergola, Paatz e Berti) dal pittore fiorentino Carlo Portelli, come risulta dall'iscrizione presente sulla tavola ("Carlo da Loro Fiorentino 1555"). L'opera fu realizzata, secondo quanto apprendiamo dal Vasari (cfr. "Vite de' Ghirlandaj") e poi dal Richa (II, p. 187), per la chiesa del convento delle Monache di Monticelli, dove abbelliva un altare laterale insieme al suo pendant raffigurante l'"Adorazione dei pastori" (oggi in S. Michele a S. Salvi). Le dimensioni affini delle tavole e, soprattutto, le analogie compositive e coloristiche hanno reso possibile ricostruire la comune provenienza delle opere, in cui si osserva, peraltro, anche una partitura luministica perfettamente speculare (Nesi, 2004, pp. 344-345). In particolare, i due dipinti si mostrano "dominati da una suggestiva coralità nell'assemblarsi vario ma organizzato delle figure intorno all'episodio centrale" (Nesi, 2009, parte I) e si palesano "quali frutti di un momento creativo omogeneo", in cui evidenti appaiono le influenze di Rosso Fiorentino (Nesi, 2004, pp. 344-345). Del resto, la Barocchi nella sua analisi della tavola con l'"Immacolata Concezione" vi notava già una varietà di influssi e reminescenze (quali ad esempio i "nudi bronzineschi, progenitori e agitati putti pontormeschi, […] vegliardi dalle barbe fiammeggianti alla Salviati e ritratti immobili alla Sogliani" o ancora gli spunti nordici, probabilmente mediati dallo Stradano avvertibili nel putto reggilibro e nella Madonna; cfr. pp. 284-285). Da rilevare come il soggetto dell'Immacolata Concezione fu affrontato dal Portelli anche in un'altra opera, realizzata nel 1566 per la Chiesa di Ognissanti ed oggi conservata alla Galleria dell'Accademia. L'opera di Santa Croce rappresenta una degli ultimi esemplari di analogo soggetto in cui è presente San Bernardo di Chiaravalle inserito peraltro sempre arbitrariamente nel contesto dell'Immacolata Concezione: il doctor mellifluus "ch'abbelliva di Maria", infatti, si era espresso contrariamente alla celebrazione della festa della Concezione nella Epistola 174 indirizzata ai Canonici di Lione, epistola che era stata utilizzata da coloro che sostenevano la tesi macolista; al contrario, gli immacolisti citavano una frase di un ulteriore testo attribuito a San Bernardo dalla tradizione, ma in realtà scritto da Nicolò di Clairvaux ("Una donna vestita…", pp. 56-57). La tavola in esame - passata nel Museo di Santa Croce - fu gravemente danneggiata nel corso dell'alluvione del 1966; dopo i primi interventi conservativi, volti a proteggere e mantenere compatta la pellicola pittorica, il restauro vero e proprio dell'opera ha avuto inizio nel 2005 ad opera dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655626
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • ISCRIZIONI nel cartiglio in alto a sinistra - QUI TE CREAVIT, TE PRAESERVAVIT - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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