incoronazione di Maria Vergine tra santi e angeli

polittico, 1410 - 1410

La carpenteria in legno dorato è caratterizzata da cuspidi con profilo mistilineo; cornici ogivali fogliate incoronano le raffigurazioni principali. Le cuspidi presentano soggetti figurativi dipinti

  • OGGETTO polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 208 cm
    Spessore: 3 cm
    Larghezza: 261 cm
  • ATTRIBUZIONI Lorenzo Di Niccolò (notizie 1391-1412)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera di S. Croce
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Croce
  • INDIRIZZO p.zza S. Croce, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera viene citata nel 1864 da Cavalcaselle che, descrivendola nel corridoio della cappella Medici, l'attribuisce per primo a Lorenzo di Niccolò, artista fiorentino documentato dal 1392 al 1411, immatricolato nel 1408 ed a lungo - ma secondo gli ultimi studi pare erroneamente - considerato figlio di Niccolò di Pietro Gerini, anch'egli pittore di ambito orcagnesco. Numerose furono comunque le collaborazioni fra i due artisti, a cui si aggiunsero peraltro opere eseguite in autonomia dal giovane Lorenzo, opere di cui il polittico di S. Croce è un valido esempio. Il recente restauro ha consentito di collocare con sicurezza la sua esecuzione al 1410, grazie alla presenza dell'iscrizione che è tornata di nuovo leggibile. Tuttavia, prima della notazione del Cavalcaselle, mancano notizie certe sulla storia del dipinto: niente si sa circa la sua collocazione originaria (peraltro, quasi certamente non la cappella Medici), né come e quando esso sia giunto in Santa Croce. Appare peraltro assai interessante l'ipotesi avanzata dai Paatz (I, p. 652), secondo cui l'opera andrebbe identificata con la "Concezione" miracolosa attribuita a Giotto e collocata dal 1575 in Santa Croce nella nuova cappella dedicata alla Santissima Concezione. Qui sarebbe rimasta fino al 1816, anno in cui l'altare che l'accoglieva fu distrutto; potrebbe poi essere stata spostata in altre sedi, fino a giungere nella cappella Medici. Rimangono, anche accogliendo quest'ipotesi, comunque oscure le vicende precedenti al 1575. Dal punto di vista stilistico, il confronto fra il polittico qui proposto ed un altro di analogo soggetto eseguito solo pochi anni prima (1402) dallo stesso Lorenzo di Niccolò per la chiesa di S. Marco appare illuminante per seguire l'evoluzione dello stile dell'artista. Qui esso si rivela già aggiornato sul gusto internazionale che si stava allora diffondendo e che certamente era giunto a Lorenzo tramite l'influenza di Lorenzo Monaco, sapiente testimone del nuovo stile. Dunque, vi si nota una più marcata eleganza ed un forte senso decorativo, accompagnati da figure che divengono più snelle, morbide ed allungate, con gesti enfatici e panneggi preziosi. Lorenzo, si può dire, "impara a far giocare le calcolate irregolarità dei drappeggi con le forme geometriche delle cornici" ("Angeli…", p. 120). Tuttavia, sull'esempio del linguaggio di fine Trecento e dell'esperienza del Gerini, le sue composizioni risultano ancora formalmente equilibrate, basate su volumi simmetrici e l'iconografia si mantiene consueta e improntata a moduli figurativi consolidati. Da sottolineare è però l'attenzione rivolta alle vesti, preziose ed enfatizzate, simbolo non solo del nuovo gusto internazionale, ma anche specchio della particolare situazione storico-sociale contemporanea alla creazione dell'opera. Infatti, nel primo Quattrocento a Firenze primario era il settore della produzione di tessuti di lana ed in esso trovavano impiego moltissimi suoi cittadini. Di conseguenza, l'eccezionale cura prestata alla resa pittorica delle stoffe sarebbe legata alla fruizione delle opere da parte di un pubblico esperto ed attento, interessato e capace di apprezzare i dettagli più minuti dei tessuti ritratti (cfr. "Angeli…", p. 120 e relativa bibliografia). Il polittico è stato oggetto di un recente restauro che - dopo gli interventi di prima emergenza seguiti all'alluvione del 1966 - ha sapientemente sanato i supporti e la carpenteria e ridonato piena leggibilità alla pittura, colmando le lacune con forme semplificate ed a selezione cromatica (cfr. "Angeli…", pp. 121-124). Dal 2006 l'opera è nuovamente esposta al Museo dell'Opera di S. Croce
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655617
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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