San Ludovico di Tolosa, Sant'Agata e due angeli
dipinto,
post 1631 - ante 1632
Ficherelli Felice Detto Riposo (1603/ 1660)
1603/ 1660
n.p
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Ficherelli Felice Detto Riposo (1603/ 1660)
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Cigoli Ludovico (scuola)
Jacopo Da Empoli (bottega)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera di S. Croce
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Croce
- INDIRIZZO p.zza S. Croce, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'ambito degli interventi di restauro e rinnovamento della cappella di famiglia nel transetto sinistro della chiesa di Santa Croce a Firenze, il Conte Alberto Bardi di Vernio commissionò nel 1631 questa pala dedicata a San Ludovico - antico titolare della cappella - a Felice Ficherelli. Il pittore, nativo di San Gimignano, si trasferì presto a Firenze, dove entrò al servizio proprio del Conte de' Bardi e dove si formò alla bottega di Jacopo da Empoli. Come risulta da documenti d'archivio, l'opera venne saldata all'artista nell'anno successivo dal fratello di Alberto, Carlo de' Bardi, per la somma di 40 scudi (vedi "Libro debitori..."). Nell'originaria disposizione della cappella (cfr. Foto Alinari n. 2088 scheda 48/2 e foto n. 2862 Gab. Fot. R.R. Gallerie Uffizi Firenze scheda 47/1), il dipinto costituiva la pala dell'altare ligneo progettato da Gherardo Silvani e faceva da fondale al "Cristo crocifisso", scultura in legno policromo di Donatello. Da notare, fra l'altro, come si riconosca ancora sulla tela la sagoma della croce, di cui si possono quindi ricostruire le dimensioni originarie, precedenti alle modifiche subite in seguito dall'opera. Dal punto di vista stilistico, si può notare come la rigorosa composizione della pala e la particolare tipologia degli angioletti -che rimandano con evidenza all'insegnamento dell'Empoli - si coniughino con la ricchezza decorativa e le morbidezze pittoriche proprie del Ficherelli, particolarmente apprezzabili, ad esempio, nelle raffinatezze del piviale di San Ludovico e nella resa dei volti delle figure. Del resto, prima della scoperta dei documenti archivistici, tali caratteristiche avevavo già fatto ricondurre l'opera - dopo una prima attribuzione alla scuola del Cigoli ("Inventario delle opere d'arte esistenti nella chiesa ed altri locali dell'Opera di Santa Croce" del 1916) - all'ambito della bottega di Jacopo da Empoli (Teodori B.). La tela del Ficherelli fu spostata nel museo della chiesa di S. Croce dopo i lavori di rinnovamento che subì la cappella Bardi nel 1913 (fu sostituita anche l'altare ligneo con una mensa in pietra e fu riaperta la bifora sulla parete di fondo; fu lasciato, tuttavia, in loco il Crocifisso donatelliano). L'opera - che già aveva subito in passato interventi di restauro anche se non documentati - subì gravi danni in occasione della terribile alluvione del 1966; ritirata dal museo, fu oggetto di un primo intervento di emergenza, che non pose tuttavia rimedio alle sue precarie condizioni conservative (cfr. fascicolo "Alluvione..."). Di recente se ne è reso quindi indispensabile il restauro, sia conservativo che pittorico. La pulitura e la rimozione delle ossidazioni ed anche dei vecchi ritocchi di colore hanno permesso di riscoprirne la qualità pittorica e la morbidezza chiaroscurale; il telaio originale, di bella e semplice fattura e fortunatamente ancora conservato, è stato mantenuto dopo averne rinforzato la stabilità (cfr. "A quarant'anni..."). Il dipinto e' esposto di nuovo nel museo dal 2006
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655610
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0