apparizione di Cristo risorto a Santa Maria Maddalena
miniatura,
1424 - 1430
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
1395-1400/ 1455
Iniziale fogliata grande con storia G (Gaudeamus omnes in Domino), rubr. a c. 64r, In festo beate Marie Magtalena. Officium. In un bel prato fiorito si svolge la scena dell'incontro di Cristo con la Maddalena, la prima a vederlo dopo essere risorto: sullo sfondo è infatti il sarcofago aperto. Le figure occupano l'occhiello inferiore del fondo della lettera, mentre in quello superiore è la folta chioma di un albero. Maria Maddalena tende le braccia verso Cristo, che appare nelle vesti di un giardiniere, per toccarlo ma egli ne blocca lo slancio con un gesto della mano, poiché prima doveva salire al Padre, mentre tiene nell'altra il vessillo bianco
- OGGETTO miniatura
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MISURE
Altezza: 148 mm
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le figure che animano questa scena sono rese con uno stile corsivo, una minore definizione plastica e le vesti mancano di modellato, tutti elementi che porterebbero a pensare più all'intervento di un collaboratore dell'Angelico che non alla mano all'artista. Il codice, che è un graduale con i canti delle principali feste religiose in onore di determinati santi (Priprium de sanctis) e quelle dedicate a precise categorie di santi (Commune sanctorum), è stato miniato dal Beato Angelico in due fasi, tra il 1424-1425 e il 1428-1430 e contiene iniziali filigranate realizzate da Fra Benedetto dal Mugello, fratello dell'Angelico. L'autografia del Graduale 558, ormai comunemente riconosciuto come opera dell'Angelico e, probabilmente, compreso nella citazione vasariana di una serie di libri di coro miniati dall'artista "in San Domenico a Fiesole" (1878-1885, p. 505), non è stata sempre scontata almeno fino alla fine dell'Ottocento. Il Rondoni, infatti, lo reputò opera di bottega (1876, p. 61) e il Milanesi lo attribuì a Zanobi Strozzi (in Vasari 1878-1885, p. 528 nota 1). Il primo riconoscimento di un Angelico miniatore si deve al Wingenroth (Beiträge zur Angelico-Forschung, in 'Repertorium für Kunstwissenschaft', 21, 5, 1898, pp. 335-345, 427-438) ma l'ipotesi non ebbe un grande seguito infatti, agli inizi del Novecento il codice fu nuovamente attribuito a Zanobi (D'Ancona 1908, p. 90; D'Ancona 1914, II, pp. 352-353 n. 776; Muzzioli 1953, p. 301 n. 473). Si deve al Berti (1962, pp. 277-308; 1963, pp. 1-38) il fondamentale contributo interamente dedicato al Graduale 558 che ha portato all'unanime riconoscimento dell'Angelico come autore e al quale sono seguiti numerosi studi ormai rivolti principalmente all'analisi codicologica e stilistica delle miniature (Scudieri, in Miniatura del '400, 2003, pp. 87-88; Boskovits 1976, p. 37; Boskovits 1976, pp. 36, 48, n. 11; Bonsanti 1998, p. 158; Kanter, in Painting and Illumination 1994, pp. 332-339; Ciardi Dupré dal Poggetto, in Messale Beato 2005, pp. 155-194; Scudieri, in Messale Beato 2005, pp. 23-32; Kanter, in Fra Angelico 2005, pp. 79-80; Scudieri, in Fra Giovanni 2007, pp. 13-57; Giacomelli, in Fra Giovanni 2007, pp. 58-88, Giacomelli, in Beato Angelico 2009, pp. 252-255). L'illustrazione si presenta stilisticamente piuttosto omogenea, con una preferenza di tonalità cromatiche delicate impiegate sia nelle scene che nei fregi e comprende un repertorio decorativo che trae origine da quello della Scuola degli Angeli. E' comunque possibile individuare quattro gruppi di miniature che differiscono per alcune scelte cromatiche e stilistiche dell'apparato figurativo e decorativo. Una prima parte, qualitativamente alta, particolarmente raffinata nei colori, nelle lumeggiature e nei fregi fogliacei, comprende le miniature da c. 9r a c. 33v e 156v; un secondo gruppo è formato dalle cc. 41v-68v, caratterizzato da una tavolozza più chiara, carente nella plasticità ma vivace nei fregi animati da uccelli fantastici; negli ultimi due gruppi, da c. 70v a c. 86v e le cc. 93r, 124r, 137v, si accentua la semplificazione delle forme; le miniature alle cc. 100r e 109r sono vicine al primo gruppo ma presentano una diversa impostazione dell'iniziale con brevi code. Queste caratteristiche sono probabilmente la conseguenza di un'interruzione e prolungamento dell'illustrazione del codice che riflette nelle miniature lo stesso percorso evolutivo che l'Angelico sviluppa contemporaneamente nella pittura su tavola. La realizzazione del codice potrebbe essere legata ai lavori di ristrutturazione della chiesa del convento di Fiesole, in particolare con la conclusione dell'altare maggiore e la realizzazione della Pala di San Domenico, probabilmente protrattasi tra il 1421-1422 e il 1424-1425, che stilisticamente è l'opera ad esso più vicina
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900646173-6.17
- NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 558
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0