tentazione e caduta di Adamo e Eva

arazzo, 1626/ 1627

Arazzo a colonna con fregio verticale costituito da diverse cartelle sovrapposte decorate da volute, festoni e figure fantastiche con mascheroni e putti

  • OGGETTO arazzo
  • MATERIA E TECNICA filo di seta/ tessitura a telaio
    filo d'argento/ tessitura a telaio
    filo metallico/ tessitura a telaio
  • ATTRIBUZIONI Cinganelli Michelangelo (1580 Ca./ 1635)
    Hasselt Jacopo Van (notizie 1637-1644)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Davanzati
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Davanzati già Davizzi
  • INDIRIZZO Via Porta rossa, 13, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'arazzo insieme ad un altro (IA 533) di formato anch'esso colonnare è stato portato a Palazzo Davanzati dalle Gallerie Fiorentine nel 1956. Fanno parte insieme ad altre due colonne di una serie di quattro arazzi eseguiti per adattare alle dimore granducali una serie di sette arazzi di grandi dimensioni raffiguranti Storie della Genesi acquistati da Cosimo I nel 1551 in Fiandra ed eseguiti dalla più importante arazzeria di Bruxelles, quella di Jan de Kempeneer. Tra il 1626 e il 1628 potrebbero essere state le due reggenti a commissionare le quattro colonne forse in previsione del raggiungimento della maggiore età e quindi della completa assunzione del trono di Toscana da parte di Ferdinando II, nel luglio 1628. I cartoni furono realizzati da Michelangelo Cinganelli che li aveva già terminati il 10 ottobre 1627, come risulta dal suo conto all'arazzeria. Furono tessuti sotto la direzione dell'arazziere granducale Jacob van Asselt, e in particolare sembra che questo sia stato realizzato entro il 29 marzo 1628. Le quattro colonne, entro un fregio di cartelle, raffigurano al centro quattro episodi legati alla Genesi, Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, Caino uccide Abele, il Peccato Originale, soggetto raffigurato sul presente arazzo, e Eva che porge una mela al figlioletto. La serie completa degli arazzi è spesso ricordata negli inventari granducali, come collocata prevalentemente nei magazzini della Guardaroba. Come nota la Meoni, infatti, tali manufatti non rimanevano esposti in un medesimo ambiente per periodi prolungati, ma spostati, a seconda delle esigenze celebrative da una dimora all'altra. Questi arazzi sono ad esempio segnalati a Roma nel 1645 e nella casa di Giovanni Battista Zanchini in via Maggio, dove doveva alloggiare un duca francese, nel 1665
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900645586
  • NUMERO D'INVENTARIO Arazzi 532
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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