fiasca - bottega toscana (sec. XVII)

fiasca,

Il fiasco, in vetro soffiato leggerissimo, mostra una forma globulare con collo tronco-conico dalla bocca assai svasata, caratterizzata da un bordo perpendicolare rinforzato. È protetto da un rivestimento di paglia intrecciata che si avvolge in successive strisce orizzontali intorno al corpo fino all'inizio del collo. Alla base, l'impagliatura è legata a formare un anello, composto da strisce verticali, su cui appoggia il vetro. Nell'etichette, legata con un sottile spago al collo, è stampata in alto la preghiera di s. Francesco

  • OGGETTO fiasca
  • MATERIA E TECNICA vetro/ soffiatura
    paglia/ intreccio
  • LOCALIZZAZIONE Chiusi della Verna (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel corredo vetrario della spezieria del Santuario ben tre sono le tipologie di fiasco che si possono ancora ammirare. Fra queste, quella qui analizzata sembra essere la più antica: lo indica la sua tipica forma a boccia con collo tronco-conico e bocca svasata che contraddistingue il fiasco toscano fin dalla metà circa del Quattrocento. Non sono molti gli esemplari di tale genere che ancora oggi si conservano nelle farmacie o nelle collezioni mussali e che ci possono aiutare a ricostruire l'evoluzione nel tempo di questo contenitore. È soprattutto dai dipinti di nature morte del Cinquecento, Seicento e Settecento che possiamo risalire alle tipologie in uso in questi secoli: l'impagliatura, che all'inizio ricopriva interamente il corpo del fiasco, come si vede riprodotto nelle opere dal Ghirlandaio a Jacopo Cimenti (natura morta, Uffizi), nel corso del XVII secolo si ferma alla base del collo per abbassarsi ulteriormente durante il XVIII e XIX secolo, fino alle spalle, mutando, altresì, l'impostazione del rivestimento, non più a strisce orizzontali, ma verticali, come nei fiaschi prodotti ancora oggi. Nello stesso tempo la forma globulare tende ad allungarsi, il collo a farsi più lungo e stretto ed il vetro diventa più spesso e pesante (G. Taddei, L'arte del vetro a Firenze e nel suo contado, Firenze, 1954, pp. 38-46; A. Laghi, Storia del fiasco, in "M.C.M.", 1986, pp. 17-20). Quanto detto ci induce ad ipotizzare che l'esemplare della farmacia sia stato realizzato da una officina vetraria toscana durante il Seicento. L'etichetta recante la data 1946 indica che il fiasco è stato utilizzato per conservare acque odorose fino ad un'epoca relativamente recente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900636439
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo
  • ISCRIZIONI Al centro dell'etichetta - SPIRITO AROMATICO/ SIVE:/ ACQUA DELLA REGINA DI/ UNGHERIA/ 1946 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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