busto ritratto di Ferdinando I de' Medici
Medaglia circolare profilata sia sul recto che sul verso da cornice perlinata. Sul recto raffigura il busto di Ferdinando I dei Medici, visto di profilo, eseguito in leggero rilievo. Il principe è rivolto verso destra, è barbato ed è indossa corazza e manto drappeggiato sulla spalla destra. Lungo il bordo corre l' iscrizione "FERD. MED. MAGN DUX. ETRURIAE. III"; sotto il taglio del braccio, quasi illeggibile, la firma dell'autore: "MICHE. M.", una stella fra due ornamenti floreali e, sotto il busto , la data "1588": anche queste iscrizioni sono consunte e pressoché illeggibili. Sul verso, circondato dalle sei palle dell'emblema mediceo, è rappresentato uno scettro con terminale gigliato inserito all'interno di una corona granducale. All'intorno corre l'iscrizione "PREMIA VIRTUTIS"
- OGGETTO medaglia
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
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ATTRIBUZIONI
Mazzafirri Michele (1530 Ca./ 1597)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La medaglia in esame è conservata nel Capitolo dei Canonici Fiorentini insieme ad un'altra raffigurante il granduca Cosimo I dei Medici: i due antichi oggetti sono accompagnati da una pergamena recante una lunga iscrizione latina che "testimonia ai posteri" le vicende storiche delle medaglie prima del loro arrivo in Capitolo. Qui esse giunsero, infatti, soltanto nell'anno 1844: alcuni secoli prima - l'8 marzo del 1591 - erano state interrate, come segno di buon auspicio nelle fondamenta di un'antica officina farmaceutica posta in via dei Pittori (così si chiamava anticamente un tratto dell'odierna via de' Calzaiuoli). La bottega, "celebratissima sotto l'insegna del giglio", era stata fondata da un Stefano Rosselli, "speziale di San Francesco in Firenze", come risulta da un documento della Metropolitana relativo ad una sua vertenza con l'Opera del Duomo (cfr. A.O.S.M.F, H Generale. Debitori e creditori, c. 130). Da notare che il Rosselli aveva fatto interrare le medaglie accompagnandole con una "lamina" (ora perduta) dove era incisa un'iscrizione che ricordava la fondazione dell'officina da lui avviata. Fu poi in occasione dei lavori di ampliamento dell'antica via dei Pittori - voluti dal granduca Leopoldo II fra il 1842 ed il 1843 - che, a causa delle demolizioni degli edifici su entrambi i lati della strada, nelle fondamenta dell'antica farmacia furono rinvenute le medaglie dello speziale. Poco prima degli interventi di ristrutturazione urbana il Capitolo dei Canonici aveva acquistato il fondo dell'officina: per questo motivo il marchese Pietro Rinuccini, gonfaloniere della città di Firenze, dopo averle recuperate a proprie spese, volle donarle al Capitolo dei Canonici perché fossero conservate all'interno del suo archivio. La medaglia, purtroppo consunta dal contatto col terreno, è riconducibile ad un modello creato da Michele Mazzafirri. Il maestro, nato nel 1536 e morto nel 1597, fu al servizio dei Granduchi soprattutto all'interno della Zecca per l'esecuzione di sigilli e medaglie; non risulta iscritto all'Arte della Seta, come la maggior parte degli orafi che lavoravano "in Galleria". Abile fonditore e rinettatore, condivise la sua bottega con Lorenzo ("Cencio") della Nera e raramente si applicò su 'grosserie'; per quasi dieci anni - dal 1578 al 1587 - fu impegnato nella fusione e successiva rinettatura delle famose "Fatiche d'Ercole" del Giambologna, destinate alla Tribuna degli Uffizi (cfr. Argenti Fiorentini, I, p. 425). Diversamente da altri esemplari dello stesso conio (cfr. Pollard) - sulla medaglia in esame - è poco leggibile l'iscrizione "MICHE(le).M (azzafirri)" - situata sotto il taglio del braccio dell'effigie di Ferdinando - che fornisce una testimonianza certa sull'identità del maestro esecutore. Accanto a tale iscrizione sulle medaglie è presente la data 1588: in questo anno in venne certamente realizzato il modello originario. Come prova l'iscrizione celebrativa di Ferdinando I dei Medici quale "terzo granduca d'Etruria", l'occasione fu data dall'ascesa di quest'ultimo al trono granducale, dopo che nell'ottobre dell'anno precedente era deceduto Francesco I, fratello di Ferdinando e precedente granduca della Toscana. Del resto la medaglia riproduce fedelmente - sia nell'impianto strutturale che nell'iscrizione commemorativa - proprio la medaglia che in precedenza aveva celebrato Francesco I come "secondo granduca d'Etruria" (cfr. "Palazzo Vecchio.." p.187 e 190 n.356). L'effigie del granduca Ferdinando I - posto di profilo ed abbigliato con la corazza ed il manto, come nelle antiche monete degli imperatori romani - si inserisce appieno nel filone delle medaglie commemorative dei granduchi medicei del Cinquecento. Il verso della medaglia, che reca l'impresa di Ferdinando costituita dalla corona granducale e dallo scettro con finale gigliato, accompagnati dal motto "VIRTUTIS PRAEMIA" fu riproposto, con poche modifiche, anche da Cosimo II (ad esempio in una medaglia eseguita da Gaspare Mola - cfr. Heiss). Inoltre, un'analoga impresa con corona e scettro (priva tuttavia del motto citato) è riprodotta su due capisaldi in marmo conservati presso i depositi di Palazzo Pitti (cfr. "Palazzo Vecchio...", p.340-341 n.688.2, p.34 2 n.691.1)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900625063
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI lungo il bordo del recto - FERD(INANDUS).MED(ICI).MAGN(US)DUX. ETRURIAE. III - a rilievo - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0