Erminia cura Tancredi ferito

dipinto, ca 1622 - ca 1623

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Rosselli Matteo (1578/ 1650)
  • LOCALIZZAZIONE Villa medicea della Petraia
  • INDIRIZZO Via della Petraia, 40, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, appartenuto al cardinale Carlo de’ Medici e proveniente da Casino Mediceo di San Marco, è citato negli inventari come opera di Matteo Rosselli. Dal 1929 è conservato nella Villa della Petraia (prima nel salottino verde vecchio, poi nella sala dei giochi), mentre dal 1913 si trovava presso la Galleria degli Uffizi; nel 1667 era entrato nella Guardaroba granducale, e alla morte del Card. Carlo de’ Medici (1667) era visibile nel salone al pian terreno del Casino di San Marco. L’opera sembra corrispondere ad un pagamento fatto dalla Guardaroba medicea al Rosselli il 15 ottobre del 1624 per un quadro con Tancredi Medicato da Erminia. A conferma di ciò in Filippo Baldinucci troviamo che il Rosselli lavorò per la Famiglia Medici e in particolare per il Card. Carlo dal 1621 (F. Baldinucci, Notizie de’ professori del disegno..., vol. IV, 1681-1728, p. 163), il quale proprio in quell’anno divenne proprietario del Casino che riallestì con una decorazione che seguisse il modello dei palazzi cardinalizi romani in cui le favole ariostesche e tassesche iniziavano ad aggiungersi a quelle antiche. Il Cardinale commissionò, perciò, una serie di dieci dipinti con soggetti mitologici e cavallereschi eseguiti da pittori toscani: Narciso del Curradi, Giudizio di Mida dell’Empoli, Ruggero e Alcina del Manetti, Anfione e il delfino del Passignano, Sofronia e Olindo del Rustici, Rinaldo e Armida del Frilli Croci, Erminia e Rinaldo del Dandini, Ruggiero e Melissa del Vignali e due opere di Matteo Rosselli. A questo ciclo, dunque, apparteneva la nostra tela con tema tassesco (T. Tasso, “Gerusalemme liberata” XIX, 103 f) e l’altro dipinto del Rosselli, considerato pendant dell’Erminia e Tancredi, rappresentante l’episodio ariosteo di Angelica e Medoro (Firenze, Gallerie Statali, inv. 1890, n. 3819) che è ancor oggi situato alla Petraia nella stessa sala dei giochi; si noti la coincidenza delle misure delle due tele e la composizione in controparte che ha adottato il pittore per disporre i protagonisti: in entrambe le opere troviamo una figura maschile (a terra, ferita) ed una femminile, legate da vicenda amorosa (più esplicita nella scena ariostea grazie alla presenza di Eros in volo che scocca il dardo). Affinità stilistiche con altre sue opere degli anni ‘20 confermano la datazione: si noti nell’abbigliamento di Erminia i caratteri dello ‘stile fiorito’ del Rosselli del terzo decennio del XVII secolo (cfr. tela con l’ “Adorazione dei Magi” ca. 1620 in M. Gregori 1965, tav. 5). P. Della Pergola (1935) e F.Faini-Guazzelli (1966) hanno attribuito la nostra tela alla scuola del Rosselli; parere diverso hanno invece espresso C. D’Afflitto (1979) e G. Cantelli (1983) che lo danno alla mano del maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900378050
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 3818
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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