violoncello, post 1700 - ante 1799

La tavola armonica è in due pezzi simmetrici di Abete rosso con taglio radiale, lievemente convergente verso la commettitura e stretta al centro, gradualmente più ampia verso i bordi. Sono presenti due perni di posizionamento infissi lungo la linea della commettitura. Le "effe" sono verticali, con palette allungate e a lati lievemente convergenti, le inferiori poco più grandi delle superiori. Il fondo è in due pezzi simmetrici di Acero a taglio tangenziale con marezzatura stretta e discendente dai bordi verso la commettitura. Due piccole alette di Acero simile al resto del fondo sono aggiunte nella parte inferiore al punto di massima larghezza. Sono presenti due perni di posizionamento infissi nello zocchetto superiore e inferiore lungo la commettitura. La nocetta, doppiata sulla superficie esterna, è piuttosto grande e a campana, notevolmente spostata verso destra rispetto alla commettitura e chiusa alla base da due leggere tacche. Le sei fasce sono di Acero a taglio tangenziale con marezzatura media con inclinazione costante rispetto alle tavole. Il manico è moderno, di Acero a marezzatura media perpendicolare alla tastiera. La testa è innestata "a battuta" e le ganasce sono doppiate sino a prima del foro del La. La vernice è bruno rossastra, piuttosto sottile

  • OGGETTO violoncello
  • ATTRIBUZIONI Tecchler David (attribuito): costruttore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo strumento venne rinvenuto nelle soffitte del Conservatorio nel 1894 da Giuseppe Casini, economo dell'Istituto, assieme ad altri tre violini. Il 2 Agosto dello stesso anno il liutaio Giuseppe Scarampella presenta una relazione lodando la qualità dello strumento e stimando di poterlo riparare con una spesa di circa 20 Lire. Nel 1948 Alfredo Del Lungo restaura il ponticello. Nel 1968, nell'ambito dei restauri commissionati in seguito all'alluvione del 1966, Alfredo Del Lungo presenta una fattura per generale rimessa a punto estetica e funzionale dello strumento con lavori di rincollatura, "igienizzazione interiore" della cassa armonica, ripresa della vernice, aggiustamento degli accessori e cambio di corde. Il 30 Dicembre 1967 lo stesso Del Lungo presenta una fattura per aver rimosso il fondo al fine di riparare la fascia superiore destra, inferiore destra, inferiore sinistra e altre rotture vecchie riapertesi per ragioni climatiche, scollature varie lungo le commettiture, rincollatura dello zocchetto superiore e applicazione di diamantini, pulitura generale interna, rincollaggio del fondo, ritocco della vernice nelle parti mancanti e ripresa di quella originale dove presente. Alcune caratteristiche formali dello strumento come l'andamento delle arcature di tavola e fondo, il contorno del modello, la vernice, confermano l'attribuzione alla scuola romana e il legame originario alla scuola tedesca. Le "effe" sono tipiche della scuola romana, molto slanciate con palette un po' allungate, le tacche oblique e con l'angolo inferiore della paletta piuttosto ottuso. Il taglio delle tacche è anch'esso tipico in quanto addolcito e ben arrotondato. La sguscia, vicina al bordo nel tratto delle C, nelle altre parti del contorno se ne allontana molto come si ritrova frequentemente, oltre che nella scuola romana, anche nella veneziana. Sebbene la vernice sia stata lievemente levigata, essa nondimeno mostra la marcata craquelure caratteristica delle vernici di questa scuola nelle zone meno accessibili delle punte. Lo strumento sembra attribuibile nel complesso a David Tecchler in quanto il sottofondo della vernice, anche se verdastro, è molto luminoso, e la colorazione della vernice, di pasta e densità rilevante, mantiene una trasparenza notevole nella pur ricca pigmentazione (rosso aranciato) che tende al brunastro per combinazione con questo sottofondo. Dall'attribuzione devono essere tolti tuttavia la testa e il manico che non appartengono originariamente allo strumento. Tecchler nel modellare il riccio dei violoncelli usò un profilo delle ganasce svuotato sotto la gola, con la testa proiettata in avanti e scavò con andamento arrotondato la sguscia della voluta. In questo strumento, invece, i perni risultano spianati (non arrotondati), la smussatura della voluta è piuttosto sottile, la voluta ripiegata sulla propria gola che così risulta molto legata alle ganasce. Questo lavoro, di datazione più recente, non risulta tipico di alcun liutaio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900349321
  • NUMERO D'INVENTARIO n.35
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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