crocifissione di Cristo
La croce da tavolo ha una base in legno ebanizzato a forma troncopiramidale con facce lievemente concave impostata su alto zoccolo; essa ospita varie reliquie entro piccoli vani ovali chiusi da vetro; la croce, di tipo latino, è in legno con terminazioni in argento traforato a giorno e con crocifisso in argento del tipo "vivo". La decorazione in argento della base è composta da cornici con elementi ovali ed ornati in lamina a volute contrapposte nello zoccolo, mentre la struttura troncopiramidale reca applicazioni sagomate e traforate caratterizzate da grandi volute, piccole corolle floreali e testine angeliche in bassorilievo. Sulla faccia dello zoccolo ricorrono cinque teche ovali, analoghe ad altre due presenti nella parte superiore, nelle quali si intravedono le reliquie con i relativi cartigli esplicativi. L'attacco della croce con la base è sottolineato da alcune testine angeliche uscenti da nubi; le terminazioni (una, nel braccio trasversale, è staccata e conservata separatamente entro una busta di carta) sono composte da volute affrontate culminanti in un'infiorescenza a ventaglio (una sorta di diadema) ed impreziosita al centro da testine angeliche. Una cartella dal profilo sagomato accoglie l'iscrizione "INRI". Sul verso è stata applicata una placchetta con iscrizione c
- OGGETTO croce da tavolo
-
MATERIA E TECNICA
argento/ fusione/ cesellatura/ traforo/ incisione/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La croce è riconducibile per i caratteri stilistici alla produzione fiorentina d'inizio Seicento, probabilmente databile entro il quarto decennio del secolo. La tipologia con riporti in argento sul fondo scuro in legno ebanizzato, palesa l'influenza della cultura nordica, ricorrente in croci legate alle collezioni medicee ed in altre realizzazioni fiorentine del periodo, grazie alla diffusione dei modelli di artisti quali l'austriaco Matthaeus Walbaum, favorita anche dalla granduchessa Maria Maddalena d'Austria. La croce, benchè priva di un preciso e meditato programma iconografico, mostra eleganti applicazioni a volute contrapposte intorno alle teche delle reliquie e testine angeliche circondate da perlinature o inserite nelle terminazioni sagomate della croce, che costituiscono elementi decorativi perfettanente coerenti con lo stile del periodo. La figura del Cristo "vivo" trova illustri precedenti nelle realizzazioni del Giambologna (alla SS. Annunziata e nella stessa cappella Salviati nella chiesa di San Marco a Firenze) e dei suoi allievi, di cui ripete la tipologia, le proporzioni, la disposizione delle pieghe e il tipico nodo del perizoma. Il Cristo Trionfante rappresenta in epoca controriformata un'iconografia di successo, ben attestata fra la fine del XVI secolo e il primo quarto del secolo successivo. La placchetta sul retro della croce appare, invece, frutto di un'aggiunta posteriore: venne infatti applicata, secondo quanto recita l'iscrizione in essa incisa, nel 1889 a ricordo della grazia ricevuta da un devoto, Antonio Bondi. Non sappiamo, però, se l'oggetto di devozione appartenesse al Bondi (e quindi se da lui donato alla cattedrale) o se già fosse in possesso del Capitolo e da questo offerto in temporaneo "prestito" presso il capezzale del devoto come reliquiario taumaturgico
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900348373
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul verso entro placchetta applicata - NEL 1883 MI AMMALAI DI ABERRAZIONE MENTALE. PREGAI QUEST'IMMAGINE SEMPRE. NEL SETTEMBRE 1888 VIDI UN CELESTE OVE STAVA QUESTA, DAL QUAL SEGNO DI GRAZIA RICEVUTA. ANTONIO BONDI 1889 - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0