calice di Teoli Francesco I (sec. XVIII)

calice,

Calice tondo lavorato. Sul piede circolare rialzato da una cornice modanata, è adagiato un mazzo di spighe di grano eseguite a bassorilievo mentre, gli steli a tutto tondo , fermati da una cordicella d'argento risalgono il fusto insinuandosi tra gli acini d'uva del grappoli che forma il nodo del calice. Il grappolo - fusto è appeso a un nodoso broncone di vite dal quale si originano anche i gambi delle foglie di vite che, unite a formare corolla, trattengono la coppa. La coppa è interamente dorata

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ cesellatura/ bulinatura/ granitura/ sbalzo/ incisione/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Teoli Francesco I (1658/ 1729)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice quasi identico a quello proveniente dal convento di San Bartolomeo a Prato attribuito a Cosimo Merlini e simile, nel piede e nel fusto, alla famosa pisside della Basilica di Santa Maria all'Impruneta firmata dallo stesso orafo bolognese nel 1637, fu probabilmente realizzata per Leone Strozzi da Francesco Teoli, argentiere romano, fra il 1700 e il 1703. Superiore, per qualità e fattura, al calice di San Bartolomeo (eseguito in ottone argentato e appena più piccolo, con coppa meno slabbrata), l'arredo dimostra la sorprendente capacità di propagazione di una tipologia così straordinaria e inconsueta di calice. Lo Strozzi, morto nel 1703 (termine ante quem per la data di realizzazione del vaso), divenne arcivescovo fiorentino dopo essere entrato nell'ordine vallombrosano ed aver ottenuto, nel 1690, il vescovado di Pistoia e Prato. Di qui fu trasferito a Firenze e prese possesso della diocesi il 7 luglio 1700. Morì il 4 ottobre 1703. Il calice reca impresso il punzone che il Teoli usò dal 1688 (quando ebbe la patente di maestro) al 1729 (anno della sua morte) e il bollo camerale romano contrassegnato da Bulgari-Calissoni con il numero 56, depositato il 24 marzo 1700 da Flavio de Alessandri e da lui usato per l'ufficio di bollatura fino ai primi mesi del 1704. Sotto il piede del calice sono presenti numerose cipollature che testimoniano l'avvenuto saggio del metallo prezioso da parte dell'autorità preposta. Alla luce dei marchi il calice risulta eseguito a Roma non prima del 1700. Un problema relativo a questa datazione è sollevato dall'inventario della cattedrale del 1818 (Deputazione Ecclesiastica), che ricorda appunto il calice "d'argento cesellato, con piede e gambo esprimente un grappolo d'uva e spighe di grano cadute al piede, con coppa dorata" unitamente a una "patena simile con stemma Strozzi". La patena non è più esistente, o non è riconoscibile fra quelle attualmente in guardaroba, quasi tutte ridorate, ma lo stemma del presule è ancora visibile sul coperchio della sua custodia (un tempo il calice e la patena, come ricorda l'inventario "B", erano riposti in custodie separate, di cuoio rosso filettate d'oro con stemma Strozzi). Il coperchio per la custodia della patena (cfr. 0900347992) reca in effetti lo stemma degli Strozzi: il galero che sormonta lo stemma ha però le insegne canonicali e vescovili (tre ordini di nappe) e non arcivescovili (quattro ordini di nappe e croce patriarcale). Dunque, almeno la custodia per la patena sembrerebbe eseguita in data anteriore all'insediamento dello Strozzi nella diocesi fiorentina, e cioè fra il 1690 e il 1700 quando l'ecclesiastico era già vescovo di Pistoia e Prato. Questo arco di tempo non si può tuttavia proporre per il calice per via dei punzoni, che ne ritardano l'esecuzione al 1700. Non è poi chiaro perchè una replica di un calice del Merlini sia stata fatta realizzare a Roma dal (o per) neo-arcivescovo. Una traccia potrebbe leggersi nella città di Prato, dove ancora è conservato (quello che ancora si ritiene) il prototipo del calice figurato e dove lo Strozzi esercitò per dieci anni il governo della diocesi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900347993
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI sotto il piede - L(IBBRE) 1. D(ENARI) 6 - corsivo - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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