Progetto per il riordinamento delel adiacenze al palazzo della Cassa di Risparmio in Pistoia. loggia dei Mercanti a Pistoia

disegno architettonico, post 1911/03/00 - ante 1913/11/16

n.p

  • OGGETTO disegno architettonico
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita
  • ATTRIBUZIONI Brizzi Raffaello (1883/ 1946): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La serie è composta da tre fogli riguardanti il progetto di riordinamento urbano della zona attorno al palazzo della Cassa di Risparmio a Pistoia, costruito da Tito Azzolini tra il 1898 e il 1905. I disegni contenuti in due dei fogli raffigurano, in particolare, altrettanti versioni della loggia lungo via Francesco Magni (l'attuale via Roma), progettata da Raffaello Brizzi e destinata a costituire la nuova testata monumentale di un isolato di case adiacenti la sede della Cassa. Nel terzo foglio, recante a stampa la planimetria dell'area circostante il palazzo di Azzolini, Brizzi annota a matita alcune idee per il progetto poi realizzato. La costruzione della loggia, subito battezzata con il nome di Loggia dei Mercanti, viene deliberata il 9 marzo 1911 dall'assemblea dei soci della Cassa di Risparmio, allo scopo di rendere più dignitoso l'intorno della nuova sede della banca. L'incarico della progettazione viene immediatamente conferito a Raffaello Brizzi, che ha anche il compito di coordinare i due artisti chiamati ad eseguire le decorazioni: il pittore Fabio Casanova, autore dei dipinti parietali, e lo scultore Antonio Guidotti, che realizza i cinque pannelli allegorici in altorilievo del fregio, raffiguranti il Lavoro, il Commercio, le Arti, l'Industria e l'Agricoltura. La loggia, costruita dall'impresa dei fratelli Raffaello e Antonio Monfardini, viene inaugurata il 16 novembre 1913 (Loggia Mercanti, 1914). La sua vita sarà tuttavia piuttosto breve; viene infatti abbattuta tra il marzo ed il giugno del 1939 per consentire il completamento del nuovo palazzo delle Poste di Angelo Mazzoni, destinato a concludere il progetto di ristrutturazione urbano dell'area iniziato con la costruzione del palazzo della Cassa (Benefanti, 1979, p. 105); ma tra i motivi che determinano l'abbattimento non è probabilmente secondaria la disaffezione sempre dimostrata alla loggia dai pistoiesi. Una prima versione del progetto, poi scartata, è raffigurata nella tavola inv. n. 1, recante in calce la firma di Brizzi. La proposta si appunta su un edificio in uno stile ecletticamente neoromanico, fortemente connotato dall'abbondanza di elementi scultorei zoomorfi (basi, capitelli, mensole, protomi) e dall'impiego di materiali diversi (pietra, laterizio, ceramica, intonaco graffito), la cui presenza si indovina nei dettagli minuziosamente disegnati da Brizzi. Tutto questo conferisce all'edificio un forte carattere pittoresco, accentuato ulteriormente dal gioco di ombre creato dal doppio ordine di loggiati presente in facciata. Questa prima versione mostra infatti un'articolazione degli spazi interni più complessa rispetto alla versione realizzata: la presenza di ambienti posti ad un piano superiore è suggerito dalla scala sulla parete di fondo della loggia, e dalla presenza, sulla sinistra, di una parete arretrata emergente dalla copertura, che sembra indicare la presenza di un corpo di fabbrica perpendicolare a quello della loggia. L'articolazione mostrata nel primo disegno subisce una drastica semplificazione nel secondo (inv. n. 2), per il quale viene studiato un capitello nel terzo foglio (inv. n. 3) e che rispecchia la soluzione effettivamente adottata. L'ambito della progettazione viene ora ridotto alla sola loggia su strada, che risulta addossata ad un volume retrostante mantenuto vago e privo di ogni qualificazione. Anche l'ambito stilistico risulta del tutto diverso: la loggia, molto più aerea e leggera della precedente, è disegnata utilizzando i modi di un Rinascimento toscano tardo quattrocentesco che risultano più congruenti con l'analogo stile neorinascimentale dell'adiacente palazzo della Cassa, che non a caso, compare adesso sullo sfondo del disegno. Da notare come la decisa vena eclettica di Brizzi, grazie alla quale l'architetto montecatinese passa con disinvoltura da un ambito stilistico all'altro, conduca qui a invenzioni formali non ortodosse: l'alto fregio figurato al di sopra delle arcate della loggia, già incongruo, viene ad esempio suddiviso da mensoloni allungati che richiamano modi manieristici piuttosto che quattrocenteschi, mentre la cornice molto bassa e aggettante che conclude l'edificio, anch'essa innervata da lunghe mensole, è concepita secondo una forma molto più vicina ad una sensibilità liberty che una rinascimentale. Nel primo disegno, per altro firmato, e nel terzo si riconosce facilmente la mano di Brizzi sia nel segno che nella grafia delle scritte; nel secondo è inconsueta la tecnica di rappresentazione (una prospettiva, raramente costruita da Brizzi con tanta precisione) e di esecuzione (la matita blu), ma anche qui, specialmente nei dettagli (capitalli, mensole, candelabre sulla parete di fondo della loggia) sembra evidente che si tratti di un disegno autografo. Continua a Oss
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900345570-0
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario disegni 1-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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