Santi

dipinto, ca 1392 - ca 1399
Gaddi Agnolo/ Cerchia
notizie dal 1369/ 1396

Parete affrescata in un esterno di edificio, coperto da travetti e embrici. Nicchia centrale con cornice in pietra serena. Sul lato sinistro della figurazione intradosso affrescato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Gaddi Agnolo/ Cerchia
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gerini Niccolò di Pietro
    Maestro Della Cappella Manassei
  • LOCALIZZAZIONE via Vecchia di Cantagallo, 8
  • INDIRIZZO via Vecchia di Cantagallo, 8, Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tabernacolo di Sant'Anna fu fatto affrescare, come si deduce dallo stemma ancora visibile in una fascia decorativa, dalla stessa famiglia che commissionò la decorazione del Capitolo del convento pratese di San Francesco eseguita da Niccolò di Pietro Gerini, i Migliorati, che probabilmente possedavano una casa-forte nel soprastante agglomerato detto gli "Aranci" (Bellosi, 1977). Il Guasti (1902), nella sua monografia sulla vicina pieve romanica di san Pietro, ricorda l'affresco e lamenta l'apertura della porta sul lato destro della raffigurazione , avvenuta pochi anni prima con la conseguente riduzione delle figure di San Giovanni Battista e di Santo Stefano e la perdita di una parte della fascia decorativa. L'interesse per il monumentale tabernacolo si era manifestato già nel secolo scorso , testimoniato dalla citazione del Cavalcaselle, ma se ne scrive con rilievo nei primi decenni del nostro secolo, attratti anche dalla singolare iconografia della Sant'Anna Metterza secondo uno schema che ritroveremo anche nel dipinto dello stesso soggetto di Masolino e di Masaccio oggi agli Uffizi. Stilisticamente l'affresco si accosta al nome di Agnolo Gaddi (Crowe-Cavalcaselle; Guasti, pittore autore dell'intervento pittorico di maggior rilievo nella città sul finire del secolo: la decorazione nel Duomo di Prato della Cappella del Sacro Cingolo , realizzato fra il 1392 e il 1395. Si deve a Mary Pittaluga (1931) l'intervento più articolato sul tabernacolo figlinese che ne rileva l'interesse iconografico e l'alta qualità figurativa stornando l'ormai consolidato riferimento al Gaddi in favore di Niccolò diPietro Gerini, con una datazione fra la fine del Trecento e il primo decennio del successivo. Più di recente il Boskovits ipotizza che ne sia l'autore un artista al quale assegna l'esecuzione della decorazione parietale della Cappella Manassei nel Duomo pratese, proponendo peraltro di identificarlo con Neri D'Antonio, un discepolo del Gaddi, prematuramente scomparso. L'accostamento all'autore della cappella Manassei è accolto anche dal Bellosi (1977), che tuttavia rileva le notevoli ascendenze gaddiane soprattutto in relazione alla Cappella del Sacro Cingolo piuttosto che agli affreschi Manassei, per lo studioso più tardi del tabernacolo figlinese da datarsi entro la fine del secolo. In seguito Bellosi (1991) ricolloca il tabernacolo nello stretto ambito gaddesco, separandolo dalla cappella Manassei che lega al nome di Arrigo di Niccolò (cfr. Bellosi L., Tre note in margine a uno studio sull'arte a Prato, in "Prospettiva" aprile 1984-gennaio 1984 nn. 33-36 pp. 47-49, 53-54)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900301258-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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