dipinto, frammento di Gerini Niccolò di Pietro (cerchia) (secc. XIV/ XV)

dipinto,
Gerini Niccolò Di Pietro (cerchia)
notizie dal 1368/ 1414-1415

Figure: figura maschile (?). Abbigliamento

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Gerini Niccolò Di Pietro (cerchia)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Pietro di Miniato
  • LOCALIZZAZIONE Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo del Coro, insieme agli altri dipinti murali della chiesa, venne riportato alla luce (come testimonia anche la lapide posta sulla parete di controfacciata, cfr. scheda OA n. 0900300373) nel 1898, con l'intervento dell'Ufficio Regionale di Firenze per la Conservazione dei Monumenti, mentre era pievano Bessi D. (Badiani A., 1945). Si deve proprio alla sua fortuita scoperta (a seguito della rimozione di alcuni quadri per un'improvvisa rovina di parte del tetto) l'esecuzione di saggi estesi a tutta la chiesa che permisero la ricomparsa di tutti gli altri affreschi frammentari. Il Pagni nel suo manoscritto del 1816 accenna alle pitture che decorano il Coro, al suo tempo non più visibili, datandole, senza indicare la fonte, al XII secolo. In più ricorda che al tempo del pievano Vincenzo di Francesco Spighi (seconda metà del XVI secolo) gli affreschi del Coro vennero restaurati da un pittore pratese. Al momento della loro ricomparsa le storie di San Pietro sono state genericamente definite di "scuola giottesca" (cfr. scheda compilata dal Comune di Prato nel 1913 conservata presso SBAS FI) e solo nella scheda curata da Petrioli Tofani A. M. nel 1969 vengono più precisamente datate alla fine del secolo XIV; Solo due contributi critici sono stati pubblicati fino ad oggi: l'articolo di Neri Lusanna E. in "Arte Cristiana" (1985) e quello di Tasselli I. in "Prato Storia Arte" (1992). Nel primo si riconduce il ciclo all'attività tarda del fiorentino Pietro di Miniato che insieme al meno dotato fratello Antonio tenne un'operosa bottega a Prato nei primi tre decenni del secolo XV. L'artista che risente soprattutto dell'influenza di Agnolo Gaddi, si mantiene entro i limiti di una facile vena illustrativa espressa secondo moduli tardogotici. Nel secondo contributo si ipotizza invecel'intervento di un pittore della cerchia di Niccolò di Pietro Gerini, e si rilevano in alcuni frammenti un più diretto recupero dell'eredità dei primi giotteschi oltre a significative novitá iconografiche (cfr. livello n.3). E' soprattutto la caratterizzazione plastica e severa che richiama i modi "squadrati e grevi del Gerini" (Bellosi L. , 1991) non conciliabile con le forme allungate e 'ingentilite' di Pietro di Miniato. Le figure infatti, solide e imponenti e dalla gestualità contenuta e solenne, rivelano la mano di un pittore ancora saldamente ancorato alla tradizione figurativa fiorentina e per questo inseribile nella schiera di quanti intorno agli anni '80 del XIV secolo si fecero promotori (fra cui spicca appunto il Gerini) di un revival dei valori plastici giotteschi accanto al sempre più imperante gusto internazionale. Il ciclo di Iolo costituisce molto probabilmente il precedente più diretto dell'altro nella Pieve di S. Pietro di Figline (Prato) con uguale soggetto tematico e collocazione, attribuito dubitativamente dal Bellosi (1991) ai fratelli di Miniato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900300366-5
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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