Madonna con Bambino in trono tra angeli e Santi nel giardino del paradiso

dipinto, 1500 - 1510

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; san Francesco d'Assisi; san Girolamo; san Giovanni evangelista; san Giovanni Battista. Figure: angeli. Attributi: (san Francesco d'Assisi) stimmate; (san Giovanni Battista) libro; croce di canne; vello; (san Girolamo) galero; sasso; leone; (san Giovanni evangelista) aquila. Paesaggi: veduta di città; montagne; colline; nuvole; sole al tramonto; cielo. Architetture: edifici. Vegetali: alberi; prugna (?). Oggetti: trono

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
  • ATTRIBUZIONI Bambocci Francesco (notizie 1500-1525)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Salvatore al Monte
  • INDIRIZZO Via del Monte alle Croci, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande tavola, ora sull'altare della cappella Nerli, è ricordata per la prima volta dal Berti (1850) che la descrive nel 'coretto'. Dunque il dipinto, a meta' del XIX secolo, si trovava in quel locale della chiesa ora adibito a sagrestia; rimane invece sconosciuta la collocazione primitiva, ne' si puo' stabilire se la tavola si trovasse fin dall'origine nella chiesa di San Salvatore al Monte. La presenza del San Francesco, del resto, sembrerebbe avvalorare la possibilità di una commissione francescana, mentre il San Giovanni Battista conferma la provenienza fiorentina. Il Carocci (1907), riprendendo l'annotazione del Milanesi alla biografia vasariana di Filippino Lippi, ricorda che in San Salvatore Filippino fece una tavola per Tanai de' Nerli e che l'opera, insieme ad altre, risulta perduta o trasportata in galleria. L'indicazione è ripresa da tutta la letteratura su Filippino, ma la relazione con la nostra tavola, presa in considerazione in una nota dai Paatz (1953), non è mai stata accolta dalla bibliografia lippesca. I caratteri stilistici del dipinto, infatti, per quanto avvicinabili a certe opere di Filippino, sembrano suggerire piuttosto una direzione lucchese. Grandi, infatti,sono le suggestioni che la pittura nordica sembra aver dato al nostro pittore che ha rappresentato un paesaggio fantastico immerso in una luce fiabesca che non ha riscontri nella pittura fiorentina tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. La stessa matrice deve essere indicata per il realismo, alquanto crudo, con cui sono rappresentati certi particolari come i chiodi, addirittura ritorti,che sono conficcati nelle stimmate di San Francesco. La stessa cosa si puo' dire per gli strappi ed i rammendi nel saio del medesimo Santo. Piu' tradizionali, e senza grande carattere, sono invece i due San Giovanni, l'Evangelista ed il Battista, che sono facilmente inseribili nella corrente post-ghirlandaiesca che prevede una certa caratterizzazione fisiognomica qui riscontrabile. Le figure della Vergine del Bambino e dei due angeli, disposte a semicerchio, sono di una raffinatezza che ricorda Botticelli e Filippino, ma che indulge ad un'attenzione analitica per i particolari difficilmente riscontrabile a Firenze. L'unico paragone che può essere suggerito sembra essere con le opere dipinte da Raffaellino del Garbo a cavallo del secolo. La precisione con cui sono ripresi i motivi floreali delle stoffe con le quali sono abbigliati questi personaggi suggerisce però l'ambiente lucchese, dove una grande importanza ha sempre avuto la produzione e la commercializzazione dei tessuti. Ed a Lucca sono riscontrabili gli influssi nordici, per la precisione fiamminghi, proprio grazie ai commerci della città con le Fiandre. Sembra dunque trattarsi di un pittore formatosi a Lucca sullo scorcio del XV secolo sulla traccia lasciata in questa città, oltre che dai fiamminghi, anche dal Ghirlandaio e da Filippino. Una personalità lucchese, da poco collegata ad un nome preciso, è quella del Maestro del tondo Lathrop che oggi può quasi sicuramente essere identificato con Michelangelo di Pietro Mencherini. Confronti stilistici con opere come il tondo eponimo e con la tavola con "Sant'Antonio Abate tra i Santi Andrea, Vincenzo, Francesco e Bartolomeo" suggeriscono di riferire la nostra tavola, peraltro di notevole qualità, ad una personalità vicina a questo artista lucchese attivo dal 1489 al 1521. La Padoa Rizzo (1997) ipotizza che l'autore sia da annoverarsi fra i cosiddetti "Eccentrici Fiorentini", forse il Maestro degli Angiolini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900298568
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • ISCRIZIONI sul libro sorretto da San Giovanni evangelista - IN PRINCIPIO ERAT VERBUM ET VERBUM - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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