ritratto di Ottavia Capponi nei Minerbetti
dipinto,
1600 - 1606
n.p
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 59 cm
Larghezza: 45 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I ritratti della serie detta delle bellezze di Artimino sono pervenuti in doppia versione, al 'petto' e al ' gomito'. Una delle due versioni era probabilmente destinata alle nobildonne o alle loro famiglie. La serie, iniziata alla fine del secolo XVI, fu terminata entro il 1638. Il nucleo principale (quarantaquattro ritratti) è databile comunque entro il 1606. Infatti dai documenti pubblicati dal Chappel si ricava che una prima serie di ventitré ritratti fu pagata nel 1601 e una seconda di ventuno tra il 1603 e il 1606. In alcuni pagamenti della seconda serie (certamente copia della prima), compare il nome di Achille di Baldassarr Granre pittore della bottega di Jacopo Ligozzi, attivo come ritrattista per i Medici. Dai documenti si deduce che sono probabilmente suoi i ritratti di Settimia Magalotti, Maria Pucci, Ludovica Antinori Falconetti, Maddalena Strozzi Bardi, Costanza Lioni Ricci, dei quali sono conservati solo gli ultimi due. Non potendo pero' stabilire con certezza quale sia la serie originale e quale la copia (anche se è piu' probabile che l'originale sia la versione al gomito) non si puo' determinare quali ritratti abbia eseguito il Granre. Per quanto riguarda i dipinti documentati nel 1601, il Chappell fa il nome di Matteo Confortini, pittore noto per pagamenti di ritratti non meglio precisati, attivo negli anni fra il 1585 e il 1633. Ma in una lettera del 28 maggio 1600 al Granduca Ferdinando (ASF, Mediceo 5962, c. 523), Cristina di Lorena nomina come artista scelto per l`esecuzione della serie, un certo " Zoppo pittore" che potrebbe essere Francesco Mati citato dal Gabburri proprio come 'Zoppo' e che era allievo di Alessandro Allori. A parte l'identificazione dei nomi, nella serie sono individuabili, secondo la Meloni, due mani, una più antiquata e rigida nei ritratti delle dame col doppio collo di merletti, e una piu' moderna nei ritratti delle donne col colletto piu' rigonfio e con gli orecchini a grappolo d'uva. Nel 1676, trentasei tele sono registrate nell' Inventario generale della Guardaroba e poco dopo trenta (le stesse ?) entrarono in Galleria. In data imprecisata alcuni ritratti giunsero al Poggio Imperiale dove furono inventariati nel 1836 e anche nel 1860. Alcuni ritratti tornati agli Uffizi furono nuovamente inventariati nel 1890. Altre tele mantengono invece solo il numero di Poggio Imperiale, dove ancora sono conservati dieci dipinti. Di questo dipinto una versione 'al gomito' si conserva al Museé des Beaux Arts di Chambery (Inv. 138 cfr. Chappell, 1981, p. 61 f. 4)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900297247
- NUMERO D'INVENTARIO Inv.1890, 2278
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1987
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2007
- ISCRIZIONI sul davanti della tela in alto - OTAVIA CAPPONI NE MINERBETTI - lettere capitali - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0