allegoria della Morte

basamento, post 1320 - ante 1322

Mensole con protome umana e vegetali, basamento a due arcate

  • OGGETTO basamento
  • ATTRIBUZIONI Tino Di Camaino (1285 Ca./ 1337)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Antonio D'Orso morì nel 1320 e fu sepolto nel sarcofago il 18 luglio 1321. Secondo Naoki Dan (1977-78) il monumento sepolcrale dovette essere compiuto integralmente entro il 1322. L'opera è conservata nelle sue parti essenziali: il basamento su archi e mensole e, sopra a questo, il sarcogafo che poggia su tre leoni e sul quale si trova la figura del defunto. Del monumento sono state tentate varie ricostruzioni. Dal tentativo di Valentiner (1935), l'opinione generale sulla autenticità dei tre leoni supportanti il sarcogafo è attualmente negativa. Secondo Kreytenberg (1986), le parti disperse dell'opera sono: una lastra a sinistra e una a destra, dietro la figura del defunto, che raffiguravano i lati di un trono; il baldacchino della camera mortuaria, una lastra di una "elevatio animae" col vescovo a mezza figura sorretto da due angeli (ora nella collezione Torrigiani, a Firenze); infine il grande baldacchino che doveva racchiudere il sarcogafo, la camera mortuaria e il rilievo con l'"elevatio animae" e che forse aveva nel frontone un rilievo col "Cristo Giudicante", e, alla base degli spioventi, due angeli che suonano la tromba di cui uno si trova sopra la Porta del Campanile, sul fianco del Duomo. Il programma è stato probabilmente concepito da Francesco da Barberino, notaio, poeta ed esecutore testamentario del vescovo D'Orso. La figura, assai singolare, del defunto seduto e la "elevatio animae" hanno un senso unico: il corpo abbandonato senz'anima e l'anima sollevata dagli angeli sono evidentemente parti di un tutto. La figura del defunto seduta appare in attesa della resurrezione e della redenzione a seguito del Giudizio Finale a cui probabilmente avranno accennato le sculture del frontone del baldacchino. Il programma iconografico del monumento sepolcrale sembra quindi essere ispirato alla morte, al giudizio e alla resurrezione. Stilisticamente le figure, plasticamente vigorose, richiamano nella loro struttura, nello stile delle vesti e soprattutto nella forma dei visi le immagini che Simone Martini dipinse nella chiesa inferiore di S. Fra ncesco ad Assisi (cfr. Kreytenberg)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289654
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul muro al di sotto delbasamento - OPERU(M) DE SENIS NATUS / EX MAG(IST)RO CAMAINO / IN HOC SITU FLORENTINO / TINUS SCULPSIT O(MN)E LAT(US ) / HU(N)C (PRO) PATRE GENITIVO / DELET INCLINARI / UT MAGISTRO ILLO VIVO / NOLIT APPELLARI - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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