Teseo ed Elena

gruppo scultoreo, ante 1561/02/24 - ante 1561/02/24

Base quadrangolare a tutto tondo

  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Giardino di Boboli
  • LOCALIZZAZIONE Giardino di Boboli
  • INDIRIZZO Piazza Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo è ricordato nella lettera dell'artista a Cosimo I scritta da Roma in data 24 febbraio 1561 (s.c.): "Ora la Eccellenza Vostra faccia vedere il mio Teseo quando rapì Elena, magior del naturale e di marmo". Il passo sembra suggerire che l'opera si trovasse già a Firenze in Palazzo Pitti. Vasari fornisce uteriori notizie al riguardo: "Fece Vincenzio ...in uno stesso marmo due statue poco maggiori del vivo: cioè un Teseo re d'Atene che ha rapito Elena e se la tiene in braccio, in atto di conoscerla con una troia sotto i piedi. . Perchè andando il duca Cosimo de' Medici a Roma...videmo strandogliene Vincenzio, le dette statue, e le lodo' sommarnente...Ma sua Eccellenza, avendole condotte indi a non molto a Firenze, nel suo palazzo di Pitti, glie l'ha pagate a buon pregio". Si hanno anche testimonianze di Borghini, Baldinucci e del Bocchi (1591), quest'ultimo identifica la figura maschile con Paride. Sulla scia di questa contaminazione tematica si inserisce la comunicazione di Galletti a un recente convegno 'Boboli 90', con la proposta che possa trattarsi di 'Enea e Didone'. L'esecuzione del gruppo, lodatissimo dai contemporanei, in quanto eseguito in un solo gruppo di marmo, mostra specie nella testa di Teseo una decisa prossimità ai modi del Bandinelli, di cui il De' Rossi fu allievo, in particolare con la figura di 'Adamo' (ca. 1549-1551) . Vi si osserva inoltre la predilezione dello scultore per una resa morbida e pittorica delle superfici e una scelta compositiva plastica e vitale che diviene dinamica nelle successive 'Fatiche di Ercole' per Palazzo Vecchio, dando avvio alla corrente fiorentina neoellenitica che avrà i suoi sviluppi nel nuovo secolo (Ciardi Dupré). In origine il gruppo era collocato su un "pilo antico" (Bocchi) con l'aggiunta di un sistema per servire a uso di fontana; si ricorda che questo sostegno a pilo, di probabile fattura sei-settecentesca, faceva parte di una serie di quattro ritrovati in un deposito non meglio specificato di Pitti. La combinazione con il sostegno quadrangolare va riferita al Poggi, che nel 1924 ricollocò il gruppo del de Rossi nella grotta, ponendolo nella seconda camera, e fornendolo del composito e attuale basamento, a presunto uso di fontana. Nel disegno pubblicato da Heikamp databile agli anni Novanta del Settecento, è visibile una vasca di onice fiorito e ametistato che era stata fatta collocare nella grotta da Cosimo III e vi rimase fino al secondo decennio del Novecento. Questo bacino non era tuttavia l'originale: il Bocchi ricorda la collocazione del gruppo su "un gran pilo antico", e il documento del 1587 , precisa che vi era di fronte "un bacino di marmo verde che formalmente era servito per il vivaio del villano" , attualmente conservato nel Museo degli Argenti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289214
  • NUMERO D'INVENTARIO Bargello Sculture 430
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sulla fascia sul petto di Teseo - VINCENTIUS DE RUBEIS CIVIS FLOREN. OPUS - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'