Venere, satiro e putti
dipinto
ca 1587 - ca 1588
Carracci Annibale (1560/ 1609)
1560/ 1609
Personaggi: Venere. Figure: satiro; amorini. Oggetti: drappo; guantiera; pendenti; fermaglio di perle; bracciale; cuscino. Vegetali: alberi; grappoli di uva; fiori di campo; alberi
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Carracci Annibale (1560/ 1609)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Che il dipinto sia pervenuto nelle collezioni granducali medicee nel 1620 è testimoniato da una ricevuta conosciuta nel carteggio del Segretario granducale Andrea Cioli relativa ad una avvenuta vendita per 200 ducatoni da parte di Camillo Bolognetti e Michelangelo Spiga, fiduciario del Cioli "d'un quadro di una Venere in schiena di mano del già Sig. Annibale Carraccio" . Il dipinto era conosciuto dal Malvasia che riferisce che a fare da modello per la Venere si presto' con la propria schiena Ludovico Barracci, figura in realta' desunta dalla ninfa sulla destra del celebre "Diana e Callisto" di Tiziano, oggi ad Edimburgo, allora Madrid, nota ad Annibale forse per una copia di bottega tizianesca. Sempre il Malvasia conferma che il dipinto era stato venduto al granduca di Toscana dai signori Bolognetti e che si trovava "Tra l'altre pitture famose del Real Museo". Nel Settecento il dipinto fu giudicato scandaloso e ricoperto con una tela di Carlo Sacconi a soggetto allegorico raffigurante "Esculapio a sedere sopra di un sepolcro in atto di discorrere ad un altro filosofo che sta in piedi". Questa tela fu poi rimossa definitivamente nel 1812 e se ne sono in seguito perse le tracce. L'opera, databile verso il 1588 (una copia antica, oggi conservata a Norfolk, Virginia reca l'iscrizione "Annibbale Carracci 1588" ) sottolinea l'interesse dell'autore verso il mondo classico, ma anche la ricerca di un ide di bellezza tipicamente veneziana, quasi una prefigurazione delle scene erotiche della Galleria Farnese, anche se l'amorino che mostra la lingua e' piu' vicino al "Mangiatore di fagioli" della Galleria Colonna che non ai giovani eroi della volta Farnese. La copia presso Montecitorio, proveniente dalla Pinacoteca di Napoli (GFN 65568 serie E) probabilmente si identifica con il dipinto di questo soggetto citato nell'inventario del 1653 di palazzo Farnese a Roma. Altra copia a Las Palmas della collezione Marotta, mentre il Posner ne cita due copie sul mercato antiquario. Incisione del Lasinio del 1817 e disegno preparatorio datato ante 1588, al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (n. 766)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289171
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, n. 1452
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0