strage degli innocenti

dipinto, ca 1528 - ca 1530

Personaggi: Erode. Figure: neonati; dignitari di corte; soldati; suonatore di tuba; portavessillo; madri. Abbigliamento: all'antica; contemporaneo. Architetture: loggia; trono marmoreo; colonne; paraste; palco; colonne binate; balaustra; arcone; gradinata; case. Paesaggi: pianura; nuvole. Oggetti: tamburo; vessillo; tuba; spade; labaro; finimenti. Animali: cavalli. Vegetali: alberi. Decorazioni: bassorilievi; motivi vegetali; grottesca

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 49 cm
    Larghezza: 59 cm
  • ATTRIBUZIONI Luteri Giovanni Battista Detto Battista Dossi (cerchia)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Mazzolino Ludovico
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, 6, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'inventario generale della guardaroba del Cardinale Ferdinando de' Medici fra i quadri acquistati dalla eredità del Cardinale d'Este l'11 maggio 1587, risulta un "quadretto con gl'Innocenti". Questa citazione trova poi conferma nell'inventario della Guardaroba del Cardinale Luigi d'Este (1583), redatto tre anni prima della sua morte in cui si fa riferimento ad un "quadro dipinto in tavola dentro l'innocenti con cornice dorata con grottesche". Di questo dipinto si ha notizia più dettagliata nell'inventario della Guardroba del 1637, dove si parla di "un quadro antico in tavola di maniera antica lombarda drentovi dipinto d'infortunio de' nocienti con adornamento all'antica di legname dorato a frontespizio e pilastri (G. M. 521), riprodotto in un disegno della serie che illustra la tribuna diretta dal de Greyss verso la metà del sec. XVIII. Nell'Inventario del 1704 il dipinto viene assegnato a Breughel, probabilmente sulla base della presenza delle affannose figurette aggrovigliate. Nel 1735 l'attribuzione passa a G. Ferroni, nel 1825 al Dosso (cfr. fonti manoscritte). solo nel 1890 A. Venturi restituisce l'opera al Mazzolino. Lo Zamboni, che ha dedicato a questo artista una monografia completa (1968) solleva nuovamente dubbi su questa attribuzione, rilevando che se l'invenzione è certamente del Mazzolino il fitto groviglio dei corpi intrecciati è troppo manieristico per un pittore come il Mazzolino sempre molto attento a non discostarsi dalle sue radici antiche, oltre all'osservazione sulla qualità della pennellata, eccessivamente cavillosa. E' indubbio che si tratti di un'opera in cui intervengono diverse sollecitazioni e stratificazioni formali, dal Dossi al Garofalo e dove la conoscenza dell'arte di Raffaello produce soltanto una più ampia concezione spaziale, mentre già ampiamente manierista è la puntigliosità della linea arrovellata. In particolare si confronti con due altre opere della tarda attività, La "Lavanda dei piedi" di Philadelphia e la "Resurrezione di Lazzaro" della Pinacoteca di Brera, entrambe del 1527. Zomboni segnala una copia antica presso la Art Gallery dell'Universita' di Notre Dame (Indiana). L'attribuzione al Mazzolino è ormai superata nella più recente bibliografia e si propende piuttosto per l'attribuzione ad un anonimo artista ferrarese vicino a Battista Dossi intorno al 1528-30
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287552
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario 1890, n. 1350
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2024
    2006
  • ISCRIZIONI sul retro della tavola - N. 1125 (rosso) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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