peduccio di Matteo di Giovanni (metà sec. XV)
peduccio,
ca 1450 - ca 1459
Matteo Di Giovanni (1430 Ca./ 1495)
1430 ca./ 1495
Calato, abaco
- OGGETTO peduccio
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MISURE
Altezza: 51 cm
Larghezza: 46 cm
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ATTRIBUZIONI
Matteo Di Giovanni (1430 Ca./ 1495)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Da Sangallo Giuliano
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Horne già Corsi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non è documentata l'epoca della ristrutturazione del palazzo nella forma attuale, che non può essere comunque anteriore agli autimi decenni del XV secolo al momento del passaggio di proprietà dagli Alberti ai Corsi. Il Geymüller attribuì l'ideazione del palazzo a Giuliano da Sangallo notando analogie stilistiche con il palazzo Gondi e la sacrestia di santo Spirito opere sicure di questo architetto. Tale attribuzione fu accettata dal Gamba che propone una datazione precedente all'edificazione di palazzo Gondi. Dietro al Venturi che sostenne per la prima volta l'autografia del Cronaca tutta la critica successiva si è trovata concorde. Al periodo e all'ambiente del Cronaca riconducono i capitelli, i peducci e i fregi delle porte in pietra serena nel cortile, eseguiti con ogni probabilità dalle stesse maestranze che lavorarono contemporaneamente alla sagrestia di Santo Spirito e a palazzo Strozzi per lo stesso Cronaca. La mancanza di documenti ci impedisce di fare il nome dei lavoranti; il Middeldorf avanzò il nome di Giovanni di Betto intagliatore dei capitelli della sagrestia di S. Spirito ideati da Giuliano da Sangallo mentre il Gamba riconobbe in uno dei peducci del portico terreno la mano di Andrea Sansovino. Il Luporini riconoscendo per l'intero palazzo l'ideazione di Giuliano da Sangallo riferì la realizzazione di molti fregi e capitelli a Benedetto da Rovezzano. Alla fine dell'Ottocento alcuni peducci, fregi ed elementi lapidei di vario tipo vennero asportati e venduti. Capitati in mano al Bardini furono restituiti al momento del restauro del palazzo effettuato dallo Horne negli anni 1912-1914. Oltre al restauro integrativo dello Horne è probabile che l'edificio abbia subito interventi "in stile" anche in epoca ottocentesca. Per uno studio circostanziato sui restauri del palazzo si rimanda al testo di Brenda Preyer di prossima pubblicazione. Tutti i capitelli e i peducci del palazzo sono variazioni del capitello a volute che costituisce un evoluzione del capitello composito diffusasi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287524
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0