Cristo crocifisso, San Nicola di Bari, San Francesco d'Assisi

dipinto,

Soggetti sacri. Personaggi: San Niccolo'; Cristo; San Francesco d'Assisi. Abbigliamento: all'antica. Simboli: teschio di Adamo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Beato Angelico, Bottega
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel giugno 1568, probabilmente per riparare ai danni prodotti dall'alluvione del 1557, il pittore Giovambattista del Verrocchio ebbe un compenso per lavori di pulitura. Dopo un restauro successivo, avvenuto nel 1594, la tavola fu sistemata sull'altare maggiore fino a 1611 quando la croce fu trasferita in sagrestia. In questa occasione furono pagati il pittore Giovanni di Zanobi e il legnaiolo Vincenzo Sassi per modificare le misure e presumibilmente la morfologia del dipinto. La tavola rimase in seguito in sagrestia, dove viene descritta dal Cinelli che non ne indica l'autore. Fu resa nota come opera dell'Angelico dal Poggi seguito nell'attribuzione da Douglas e De Nicola e dalla Collobi-Ragghianti. Contrari a considerarla opera autografa sono la SchottmÜller che la ritiene lavoro tardo di bottega, il Van Marle che la data intorno al 1448, considerando di mano del maestro solo la figura del San Francesco, i Paatz e il Salmi che crede l'opera sagomata sin dall'origine, ed eseguita dalla bottega dell'artista tra il 1433 e il '35. Il Pope Hennessy in un primo momento ha escluso rapporti con l'Angelico, mentre in seguito ha rivisto la propria opinione attribuendo la tavola all'artista domenicano e datandola intorno al 1430. In occasione della `Mostra delle Opere di Fra Angelico' del 1955, Luciano Berti, che la considera dovuta alla bottega, e il Baldini, che invece la ritiene eseguita dal maestro in collaborazione con aiuti, hanno notato che la figura del San Francesco era un falso, forse ottocentesco, e che l'originale si trova dal 1912 nella collezione Johnson di Filadelfia. Questa figura, cui era stata aggiunta una mano, cambiando l'atteggiamento del Santo, era gia` nota, e considerata dal Berenson come copia dell'originale del Ceppo. Dall'esame eseguito nel corso del restauro, fu notato come la tavola era stata racconciata, e questo dato trova conferma nel documento prima riportato che ci dice come nel 1611 il legnaiolo Vincenzo Sassi fosse pagato per aver ridotto il `Crocifisso'. L'opera, dopo essere stata ricomposta, e` stata esposta anche alla mostra di `Firenze Restaura'. Il Cole ritiene, nonostante le cattive condizioni del dipinto che ne alterano la leggibilita`, che almeno in parte l'opera sia dell'Angelico, coadiuvato dalla seconda mano della `Madonna' di Parma e della `Incoronazione' del Louvre. La datazione proposta e` attorno al 1430 sia pewr un influsso masaccesco (evidente nelle figure dei Santi, nell'illuminazione e nell'anatomia del Cristo) che per la vicinanza con l'`Incoronazione' parigina
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900284122
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI all' estremità del braccio longitudinale della croce - I(ESUS) N(AZARENUS) R(EX) I(UDEORUM) - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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