Carità

scultura, 1320 - 1324

Zona tergale inferiore non lavorata

  • OGGETTO scultura
  • ATTRIBUZIONI Tino Di Camaino (1285 Ca./ 1337)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Bardini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Bardini
  • INDIRIZZO piazza de' Mozzi, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua fu resa nota da Lensi che la avvicinò a Tino di Camaino, attribuzione tuttoggi incontestata. Gli studiosi che successivamente si interessarono all'oggetto ebbero da chiarire diversi punti: per primo l'identificazione iconografica, poi la sua destinazione, problema strettamente legato alla datazione. Una nota manoscritta, dovuta al Lensi, sull'inventario notarile del museo, afferma che Bardini riteneva che il gruppo raffigurasse "La moglie di Faustolo che allatta Romolo e Remo". Il Valentiner, che per primo se ne interessò, la credette una personificazione della città di Pisa e la collocò nell'ambito di produzione pisana con una datazione fra la prima decade del Trecento e gli inizi della seconda, stante che Tino di Camaino vi operò fino al 1315. Sempre il Valentiner , sulla scorta di alcuni documenti riferiti allo scultore in cui si attesta che nel 1321 egli eseguì un gruppo di virtù per il Battistero fiorentino, accostò la statua a queste, dopo che Van Marle ne aveva ipotizzato una diversa lettura iconografica, appunto come Virtù. Il Morisani riconobbe nella "Carità" dati stilistici "prenapoletani", datandola quindi ante 1323. La Brunetti, ritenendola opera meno matura del monumento al vescovo Orso del duomo di Firenze, la riferì all'ultima opera pisana di Tino, il monumento ad Arrigo VII, del 1315, a cui la studiosa attribuirebbe anche la Carità. Dopo una nuova datazione del Valentiner al 1310-1315, del Seidel che lascia aperto il problema indicando come arco di tempo di datazione dal 1315 al 1322, il Carli tornò ad una datazione al periodo fiorentino. Il Dan sostenne invece una produzione pisana per simiglianza fra i putti della Carità e quelli delle colonne tortili del Camposanto di Pisa e del Victoria and Albert di Londra, riferite dallo stesso Dan al monumento di Arrigo VII. Successivamente lo studioso affermò che la Carità fu espressamente eseguita per la cappella di San Ranieri del duomo di Pisa, per la quale Tino aveva eseguito il fonte battesimale. La Neri, alla luce delle proposte così numerose ribadisce la difficoltà di datare la statua, pur sottolineando che l'arco cronologico in cui ci si muove è solo poco più ampio di un decennio. Tenendo però conto dell'evoluzione stilistica palesata nella Carità, rispetto alla produzione "stilizzatrice" dei primi anni di attività di Tino, evoluzione cui contribuirono esperienze artistiche diverse dallo studio dell'arte di Arnolfo di Cambio alla pittura di Ambrogio Lorenzetti, la studiosa ritiene accettabile una datazione di poco precedente ai monumenti sepolcrali fiorentini. Rimane comunque irrisolto il problema della destinazione della Carità: certo un luogo pubblico, ma probabilmente una collocazione in alto, forse all'interno di una nicchia o addossata a una parete come suggerisce la incompiutezza della zona tergale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900282290
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. Bardini, n. 12
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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