paradiso, inferno, episodi della vita di Santa Maria Maddalena e di San Giovanni Battista
dipinto,
ca 1334 - ca 1337
Giotto (bottega)
1266 ca./ 1337
Ciclo di affreschi sulla quattro pareti della cappella del podesta, estendentesi su più registri
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Giotto (bottega)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo ciclo pittorico ricordato dalle fonti, a partire dal Ghiberti, come opera di Giotto fu coperto con uno strato di intonaco dopo il 1574, allorchè la struttura della Cappella del Podestà fu modificata e adibita a prigione e dispensa. Il 21 luglio 1840 la scoperta di un frammento di affresco con il ritratto di Dante, diede l'occasione, sotto la spinta dei furori patriottici di riscoperta del Medioevo, al restauro integrale della cappella ed al recupero degli affreschi, ritenuti autografi di Giotto, che vennero pesantemente restaurati con integrazioni, secondo la prassi dell'epoca. Nel 1937, un secondo e decisivo intervento di restauro diede modo di eliminare le ridipinture ottocentesche e constatare la effettiva difficoltà di giudicare criticamente i frammenti superstiti che alcuni autorevoli critici avevano decisamente espunto dal catalogo di Giotto. Il recente intervento di restauro, ha tentato laddove era possibile riportare gli affreschi alla leggibilità eliminado le ridipinture e gli interventi dei restauri precedenti. Attualmente la critica concorda nel ritenere l'intero ciclo un lavoro eseguito dalla bottega giottesca fra il 1334, anno nel quale Giotto fu incaricato di sovrintendere lavori nel Palazzo, a seguito dell'incendio del 1332 e dell'alluvione del 1333, e il 1337, l'anno indicato dalla presenza dello stemma del podestà Fidesmino da Varano, sotto il quale si conclusero i lavori. Stilisticamente si notano derivazioni dai modi del polittico Baroncelli e dalla "maniera larga" degli affreschi della cappella Bardi. Come puntualizzava il Previtali (1967) si può ipotizzare che l'idea generale dell'impianto e la composizione delle singole scene fossero state progettate da Giotto, il quale affidò l'esecuzione alla equipe della bottega dove erano compresenti la maniera gaddesca, quella masesca e la dolcezza del più volte citato, ma sempre sconosciuto, Stefano Fiorentino. In tal modo si comprende l'importanza del ciclo come risultato estremo delle proposte giottesche il cui sviluppo fu interrotto dalle successive vicende storico-artistiche fiorentine più propense al paradigma orcagnesco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281236-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0