cherubini e motivi decorativi fitomorfi

teca, 1490 - 1499

Teca a sezione triangolare, fusto con doppia cornice, mostra a tabernacolo racchiudente una teca centinata con reliquia. Il tutto è sormontato da crocetta apicale

  • OGGETTO teca
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura/ sbalzo/ incisione
    CRISTALLO
    RAME
  • MISURE Profondità: 4
    Altezza: 29
    Larghezza: 21
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • ATTRIBUZIONI Antonio Di Salvi (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Eseguita in orgine per custodire le reliquie di San Benedetto, l'opera attualmente contiene le reliquie di vari santi, tra i quali Gordiano, Stefano e probabilmente la reliquia del legno della Vera Croce. La struttura del reliquiario ha subito diverse manomissioni dovute, forse, alle continue translazioni delle reliquie avvenute in date a noi sconosciute. Da una serie di documenti riportati dal Middeldorf siappimo invece con certezza che Pier Filippo Pandolfini aveva commissionato nel 1490 ad Antonio di Salvi un relquiario per le reliquie di San Benedetto ( di proprietà della Badia ) in memoria della moglie Maria di Francesco Neroni. L'analisi stilistica dello Steingraber conferma l'attribuzione ad Antonio di Salvi per quanto riguarda la base e l'urna del reliquiario, mentre riferisce ad un artista della fine del Quattrocento e degli inizi del Cinquecento la teca portareliquie, inserita in epoca successiva ma imprecisabile. L'attenzione dello stdioso tedesco si sofferma anche sulla ricostruzione della struttura originale dell'opera sulla base delle descrizioni dei reliquiari della Badia riportate dal Puccinelli e dal Richa. Il reliquiario allogato ad Antonio nel 1490 avrebbe dovuto avere un altro coronamento costituito da due putti ( attualmente sulla teca ) collocati su due perni ai lati del coperchio dell'urna, sorreggenti l'iscrizione che adesso si trova sulla parte posteriore della stessa urna. Secondo lo Steingraber la ricomposizione attuale dell'opera potrebbe appartenere allo stesso periodo di esecuzione dei fregi attorno al cartiglio dell'iscrizione dell'urna, forse da attribuire all'influsso neobarocco del XIX secolo. Il Guidotti non concorda con le ipotesi avanzate dallo Steingraber, ma ritiene che la teca portareliquie, attuale coronamento, provenga dal perduto reliquiario del legno della Vera Croce, eseguito da Antonio di Salvi nel 1491 per la Badia Fiorentina, e reintegrato nel presente manufatto tra la fine del XVII e la prima metà del secolo successivo. A quest'epoca sarebbero inoltre stati aggiunti i putti e le decorazioni intorno all'iscrizione della parete posteriore dll'urna. Si ritiene più attendibile l'ipotesi del Guidotti, mantenendo però in via ipotetica l'attribuzione ad Antonio di Salvi anche per la teca. Nell'ultimo intervento su Antonio di Salvi, Dora Liscia Bemporad cita solo di sfuggita il reliquiario di San Gordiano mettendo in rilievo la "dialettica tra le placchette smaltate e talvolta figurate, legate ad una tradizione arcaica e di sapore più goticheggiante, con la parte plastica più vicina ai modelli pollaioleschi"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281140-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio entro la teca - S(ANCTI) STEPHANI - corsivo - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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