capitello corinzio, serie di Dosio Giovanni Antonio (secc. XVI/ XVII)
capitello corinzio
ca 1585 - ca 1611
Dosio Giovanni Antonio (1533/ Post 1609)
1533/ post 1609
Calato, abaco
- OGGETTO capitello corinzio
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MATERIA E TECNICA
marmo bianco di Carrara/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Dosio Giovanni Antonio (1533/ Post 1609): progetto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Croce
- INDIRIZZO Piazza di Santa Croce, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il committente della cappella, Giovanni Niccolini, possedeva fin dal 1571 un sito a nord est del transetto sinistro della chiesa di S. Croce per costruirvi la propria cappella. Nel 1579 pote' ingrandirlo acquistando, per intercessione del granduca Francesco I, il luogo occupato dalla compagnia di S. Maria delle Laudi, che nel 1575 gli aveva invece rifiutato la vendita. Nello stesso anno acquisto' anche il sito di due tombe vicine all'ingresso della cappella. I lavori iniziarono nel 1582 con la costruzione della parte muraria secondo quanto testimoniato da una iscrizione sul muro esterno della cappella dalla parte di via S. Giuseppe (JOANNES NICCOLINIUS ANGELI CARD. F. ANNO SAL. MDLXXXII). L'architetto a cui fu affidato il progetto fu Giovan Battista Dosio come riferisce una fonte contemporanea: il Borghini. Prima di arrivare alla costruzione pero', i progetti e le varianti si susseguirono. Sono stati identificati molti disegni preparatori a partire dalla meta' degli anni settanta circa, quando ancora il Niccolini non aveva comprato il sito della compagnia. Oltre a quelli del Dosio, almeno per la fase progettuale piu' antica,ne sono stati identificati anche di altri architetti che con il Dosio hanno avuto in piu' occasioni stretti legami. In particolare, il disegno 4340A del GDSU e' di Niccolo Gaddi, collezionista e dilettante di architettura, con il quale il Dosio aveva collaborato nella progettazione della cappella Gaddi in S. Maria Novella. Altri disegni sono stati recentemente attribuiti (Morrogh) a Giovan Battista Caccini, allievo del Dosio e in contatto con il Gaddi. Non stupisce l'intersecarsi di progetti di piu' mani se si considerano in particolare gli stretti legami fra il Niccolini e il Gaddi, entrambi collezionisti di antichita' romane. E' probabile che il Niccolini avesse chiesto aiuto al Gaddi per la propria cappella e che questo avesse coinvolto nell'impresa, come architetti professionisti, il Dosio e forse anche il Caccini,mantenendo pero' sempre un certo controllo sull'impresa. Non e' casuale comunque, la scelta di un architetto di formazione romana come il Dosio che nella cappella Niccolini rielabora spunti dedotti dalla cappella Chigi in S. Maria del Popolo, progettata da Raffaello. A questi disegni se ne aggiunge uno probabilmente da collocare tra la fine del 1578 e il 1580 di Andrea Palladio (Szepmüveszeti Muzeum di Budapest, inv. 1989). A conferma che si tratti di un progetto per la cappella, nell'archivio Niccolini e' conservata una nota di rimborso datata 1580 all'agente veneziano del Niccolini per il pagamento di un progetto di cappella al Palladio. Sebbene molto modificati, spunti del progetto palladiano rimangono nei successivi disgni del Dosio. Dai molti che ne sono rimasti risulta che la cappella attuale non e' che la semplificazione di un programma piu' vasto che prevedeva la costruzione di un tempietto quasi staccato dalla chiesa, un ambiente a croce greca articolato attorno ad un quadrato centrale con gli angoli smussati in modo da ottenere un ottagono con le pareti movimentate da numerose nicchie. Elaborato il progetto definitivo, la realizzazione della parte muraria dovette procedere abbastanza speditamente se nel 1585 la cappella fu consacrata, secondo quanto risulta dall'iscrizione sul muro interno sopra la porta, ma i lavori interni, come riferisce il Ginori Lisci che ha consultato i documenti dell'archivio Niccolini, si prolungarono fino alla fine del secolo e oltre. Alla morte di Giovanni Niccolini nel 1611 la cappella non era ancora completata e i lavori furono continuati dal figlio Filippo. La conclusione della decorazione fu attuata con la realizzazione della cupola eseguita dal Volterrano (1653-1662) e dall'iscrizione sopra la porta di ingresso (1664). E' stato collegato alla decorazione della cupola anche il disegno 10328F del GDSU attribuito ad Alessandro Allori. Si tratta forse del progetto originario per la decorazione della cupola, mai eseguito, che avrebbe fatto da pendant ai due quadri dello stesso autore, ipotesi confermata dallo stesso Borghini che dice: "deve anco fare due tavole e tutte le pitture della cappella del Niccolino". Dai documenti di archivio risulta anche un pagamento a Gherardo Silvani per lavori non specificati nel 1658. Allo stato attuale la cappella e' un esempio di decorazione unitaria, conservato intatto nel tempo con i quadri originali ancora in loco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281090-4
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1999
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0