San Benedetto. San Benedetto

dipinto murale, 1500 - 1510

affresco staccato e incorniciato

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
  • ATTRIBUZIONI Domenico Di Pietro Di Vanni De' Pecori Detto Domenico Pecori (1480 Ca./ 1527): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Museo nazionale d'arte medievale e moderna
  • INDIRIZZO via San Lorentino 8, Arezzo (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco faceva parte di una Crocifissione nella Sala Capitolare del Monastero aretino delle Sante Flora e Lucilla, da dove fu staccato nel 1876. O. Brizi, nella sua Nuova guida di Arezzo del 1838, ne parla come opera del pittore anche se oggi non se ne comprendono ancora le motivazioni poichè all'epoca non si avevano notizie su Pecori ed era persino difficile attribuirgli le stesse opere citate da Vasari, che comunque non fa riferimento agli affreschi della Badia. Salmi spiega che l'attribuzione al Pecori spetta a Ristori che nel 1872 assegnava la paternità dell'affresco all’artista aretino allievo di Bartolomeo della Gatta, del quale si conservano numerose altre opere sia nel Museo che in alcune chiese della città. Nel catalogo del 1921 Salmi fa notare, oltre alle affinità stilistiche con Bartolomeo della Gatta, che a sinistra della testa del santo, probabilmente inginocchiato ai piedi della croce in atto di guardare in alto, vi è traccia di un panneggio azzurro foderato di verde di una figura (che potrebbe essere quella della Madonna) corrispondente all’altro frammento (0900259231), il San Giovanni Evangelista. Tra le prime opere di Pecori è da segnalare una Crocifissione nel Convento della Verna del 1499 con lo stesso soggetto e l'Evangelista atteggiato in modo analogo, che, a detta di Salmi, potrebbe suggerire qual era la composizione dell'intero affresco. N. Baldini (2004) ribadisce (perchè già suggerita da Salmi nel 1941) la consonanza delle immagini dipinte in secondo piano nella Crocifissione della Cattedrale di Borgo San Sepolcro di Bartolomeo della Gatta, con il San Giovanni Evangelista, supponendo infatti una collaborazione di Pecori con il Dei. Inoltre, sottolinea come, nonostante questi affreschi costituiscano le testimonianze più antiche dell'attività di Pecori insieme agli affreschi della Verna, comunque non dovettero essere le prime prove autonome del pittore. La studiosa ritiene di fondamentale importanza per la datazione dell'opera, la documentazione relativa alle opere murarie eseguite nel complesso monastico. I registri del convento riportano stime e attestazioni di interventi ai vari edifici del complesso già dal 1491; ma quelli di interesse relativamente alla allogagione a Pecori, si riferiscono al periodo dal 1501 al 1504 dell'attività edilizia a cui dovrebbe fare seguito l'opera di decorazione pittorica e dunque, la realizzazione dell'affresco della Crocifissione. Pasqui e Viviani (1925) affermarono che l'affresco si trovava nella biblioteca ed archivio del convento e che vi rimase fino al 1876, e ricordavano il San Giovanni Evangelista come facente parte di un grande e bellissimo affresco rappresentante la Crocifissione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900259232
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna - Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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