David

calco di scultura, post 1846 - ante 1848

Calco in gesso da forma a tasselli. Statua virile nuda in piedi, più grande del vero

  • OGGETTO calco di scultura
  • MATERIA E TECNICA gesso/ calco
  • ATTRIBUZIONI Papi Clemente (1801/ 1875)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gipsoteca
  • LOCALIZZAZIONE Istituto Statale d'Arte
  • INDIRIZZO piazzale di Porta Romana, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calco rappresenta la statua del David di Michelangelo, conservata all'Accademia di Belle Arti di Firenze (marmo, 1501-1509). Il gesso del David proviene dall'Accademia ed è uno dei pezzi più interessanti della Gipsoteca, poiché si identifica con il calco formato da Clemente Papi, in seguito al rescritto di Leopoldo II del 1846. L'esecuzione fu difficile e venne realizzata la forma ricordata in circa 1500 pezzi con un lavoro di parecchi mesi ed una spesa per il Dipartimento di stato di L. 3.006, salite a 3.500 per il compenso ad alcuni uomini di aiuto al Papi. Il 31 dicembre 1847, terminata la forma, condotta con perizia particolare, anche per essere stato calcolato il ritiro del gesso e la dilatazione dei pezzi perché questi non arrecassero danno all'equilibrio della statua, al Papi si offrirà una gratificazione di 100 zecchini. Si riconosce in tal modo il formatore come l'unico con i requisiti necessari a condurre a termine felicemente un'impresa "di tanto rischio e tale difficoltà per essere il gigantesco David del Buonarroti, tutto isolato, con appena altri sostegni che le nude gambe, e per sovrappiù una di queste incrinate" (AA., 1848, n.6). Dalla prima forma il Papi ricavò il particolare della testa, una replica della quale fu da lui donata all'Accademia (1848). Mentre al 1856 risale un nuovo calco della statua intera, passato al Victoria and Albert Museum di Londra, donato dal Granduca alla regina Vittoria. Il primo getto realizzato dal Papi fu collocato dapprima nella Loggia dei Lanzi, poi nel 1854 posto nella Sala del Colosso all'Accademia, quindi oggetto di un breve spostamento al Museo Nazionale del Bargello (1866). I trasferimenti servivano a studiare dove collocare definitivamente l'originale che, in Piazza della Signoria, accusava segni di deterioramento. L'interesse crescente nel XIX secolo verso Michelangelo, va coagulandosi sulla statua del David, prima non particolarmente famosa rispetto ad altre sue opere. Un pubblico vasto ed eterogeneo ammira la testa del David, eseguita in bronzo dal Papi ed esposta all'Esposizione di Parigi del 1855; nel 1866 la fusione della statua intera, voluta già dal Granduca per sostituire l'originale, troneggia nel Campo di Marte. Nel novembre del 1874, l'anno successivo alle celebrazioni del Centenario Michelangiolesco, abbiamo la prima richiesta di replicare il David: giunge alle Gallerie da parte del Governo germanico con un elenco che comprende anche i calchi di un gruppo cospicuo di opere di Michelangelo o allora ritenute tali (Bacco, Apollo, San Matteo, Gruppo della Vittoria, Testa di Satiro). Infine, nel 1930, il calco dell'intera statua venne trasferito in Gipsoteca dall'Accademia. Nel 1929 difatti il Laboratorio di formatura non poteva ancora soddisfare la richiesta del fonditore parigino Rouard, desideroso della copia del David, mentre poteva fornire il gesso della testa, acquistato dalla Commissione di Belle Arti del Municipio di Rosario di Santa Fé, insieme alle repliche di altre opere di Michelangelo (i due rilievi tondi con la Madonna, il Giorno ed il particolare della testa della Madonna della Sacrestia di S. Lorenzo). Si pose subito al Direttore Mario Salvini il problema di rifare la forma della statua intera, richiesta per soddisfare con una successiva replica in marmo o bronzo il Municipio di Montevideo, tramite la Fonderia Johnson, forte quest'ultima di un'autorizzazione del Ministero dell'Educazione Nazionale (Direzione Antichità e Belle Arti, prot. n. 369, pos. 4, Aff. Gen. lì 9/V/1930). La forma antica era andata distrutta qualche anno prima in Accademia ed eseguirne un'altra avrebbe richiesto circa quattro mesi di lavoro. Nell'autunno dello stesso anno si realizza, per Montevideo, la nuova forma, grazie alla Fonderia Marinelli di Firenze, che si assicura i calchi del David e del particolare della testa, pur lasciando le forme realizzate alla Scuola. Il tutto venne fatto a spese del Marinelli, che in compenso di "quel 50% che codesta R. Scuola avrebbe dovuto pagare per la fattura della forma" otteneva una copia del gesso del Porcellino. La Ditta Marinelli è nuovamente proposta dal Salvini al prof. Nicola D'Ascenzo, desideroso di assicurare al parco del Museo di Belle Arti di Filadelfia la copia della riproduzione in bronzo del David eseguita dal Papi e posta dal 1873 nel Piazzale Michelangelo. L'America mostra vivo interesse per Michelangelo e si rivolge alla Gipsoteca anche se, come ricorda il prof. D'Ascenzo, era possibile trovare anche là riproduzioni "perfette" per fattura e proporzioni del "capolavoro" di Michelangelo. Così come era possibile trovare "artisti fonditori in bronzo capaci di fare quanto oggi si desidera e che in tempi così tristi mollerebbero anche sui prezzi, pur di fare qualcosa". Il desiderio del D'Ascenzo era tuttavia di fare in modo che il progetto si realizzasse "in maniera che il succo" venisse dall'Italia e favorisse le maestranze italiane. SEGUE IN OSSERVAZIONI
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900229265
  • NUMERO D'INVENTARIO Gipsoteca, n. 1163
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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