beato certosino Rasone Cesario fugge il demonio
dipinto
ante 1620 - ante 1620
n.p
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Mannozzi Giovanni Detto Giovanni Da San Giovanni (attribuito)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
ambito fiorentino
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di un quadro che le fonti ricordano appeso nel coro dei conversi nella parete destra tra la controfacciata e la porta di accesso alle cappelle (D. Moreni, 1792, II, p. 115, "Guida della Venerabile...", 1861, p. 13; C. Pini, 1862, cc. 2 s. e d.; G. Bacchi, 1930, p. 68;). Trasferito nella Pinacoteca nel 1960, momentaneamente si trova in una sala chiamata dai padri "refettorio", pur non trattandosi della stanza dove i suddetti hanno la mensa, in attesa di essere di nuovo esposto nei locali della rinnovata Pinacoteca. Il soggetto alquanto insolito fu identificato per la prima volta dal Bacchi che vi riconobbe un episodio dell'agiografia dell'ordine, quello del Beato Rasone Cesario che, perseguitato da un demonio, si rifugia tra le braccia della Vergine che lo protegge (1930, p. 68). Anche il Leoncini ha espresso in più occasioni parere concorde in merito a tale identificazione precisando tuttavia qualche dettaglio come il nome del Beato, non"Cesorio", ma "Cesario" secondo la corretta dizione e sottolineando come si tratti del soprannome - e non del cognome -con il quale era conosciuto il Beato Rasone Wiel, monaco della Certosa di la Chapelle in belgio morto nel 1459 (data che coincide con quella indicata dal Bacchi)(G. Leoncini, in C. Chiarelli - G. Leoncini, 1982, p. 240; G. Leoncini, 1982, p.67). Del monaco sarebbe nota la profonda devozione nei confronti della Madonna, culto che certifica ancora una volta l'identificazione proposta. Della tela le fonti riferiscono anche il nome dell'autore: per primo il Moreni infatti la ricorda opera di Giovanni da San Giovanni, seguito poi dal Pini e dal Bacchi che sottolinea come la pala mostri"...un disegno franco e spedito, un tocco piano e diligente..." (1930, p. 68) (D.Moreni, 1792,ii,p.115; C. Pini, 1862, cc. 2 s. e d.). Tale paternità non è stata invece condivisa dal Leoncini (1982, p. 240; 1982, p. 67) che considera il dipinto di scuola toscana e lo colloca entro la prima metà del Seicento. Lo stato di conservazione della tela non consente una lettura obiettiva, tuttavia mi sembra di poter confermare l'antica attribuzione al Mannozzi. Nella pala infatti - oltre a brani che riecheggiano i modi dell'artista - si vede a questo proposito il volto della Vergine e in particolare il naso dritto e appuntito e la scriminatura dei capelli consueta nelle figure femminili del Mannozzi (cfr. la Venere del quadro intitolato "Venere e Cupido piangono Adone", Firenze, già Palazzo Amerighi) - si nota quello stile rapido e svelto di rappresentazione esemplificato soprattutto dalla figura del Beato Rasone Cesario che sembra sprigionare con la sua posa una sorta di moto centrifugo. Ciò rende nuovo ed originale lo schema compositivo ed è una soluzione che ritroviamo anche in altre opere di Giovanni da San Giovanni. D'altra parte la figura del demone, di notevole qualità, pur essendo un'immagine di fantasia, documenta l'interesse del pittore verso il naturalismo, dato il crudo realismo con cui è delineata. Essa inoltre appartiene a quel gusto satirico e mitologico innato nel Mannozzi, ma anche frutto delle suggestioni nordiche di cui egli fu sensibile interprete. Impossibile valutare per i motivi già accennati le qualità pittoriche del quadro, ma il bianco dell'abito del certosino mostra una materia ricca ed intrisa di luce, esempio della grande sensibilità luministica dell'artista
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900228728
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0