resurrezione di Cristo

dipinto, post 1523 - ante 1527

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a secco
  • MISURE Altezza: 300 cm
    Larghezza: 290 cm
  • ATTRIBUZIONI Pontormo (1494/ 1557)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ciclo di cinque lunettoni che, dato il cattivo stato di conservazione, fur ono staccati dalle pareti del chiostro grande nel 1955 e, dopo, il restaur o furono nuovamente esposti presso la Certosa nella Pinacoteca allestita n el 1960. Si tratta di scene della Passione di Gesù Cristo, infatti il Pont ormo dipinse l' "Orazione nell'orto", "Cristo davanti a Pilato", la "Salit a al Calvario", il "Compianto su Cristo morto" e la "Resurrezione". Mentre la suddetta sequenza, che corrisponde all'ordine cronologico di svolgimen to degli episodi, avrebbe corrisposto, secondo l'opinione del Vasari, anch e all'ordine in cui le lunette furono dipinte dal Pontormo, il Forster ha indicato per la successione degli affreschi tre diversi momenti: al primo apparterrebbero l' "Orazione nell'orto" ed il "Compianto su Cristo morto", al secondo "Cristo davanti a Pilato" e la "Resurrezione", al terzo la "Sa lita al Calvario". Sappiamo con certezza che il ciclo affrescato dal Ponto rmo non doveva esaurirsi in queste cinque scene, ma doveva comprenderne al tre tre raffiguranti l' "Inchiodamento alla croce", la "Deposizione" e la "Crocifissione".Della prima sono conservati presso il Gabinetto Dosegni e Stampe degli Uffizi sei disegni preparatori, di cui uno quadrettato (6671F ) era pronto per essere riprodotto nell'angolo nord-est del lato orientale del chiostro; della seconda scena è conservato sempre agli Uffizi un dise gno (6622F), mentre del progetto della "Crocifissione" ci riferisce il Vas ari. Tutti i disegni preparatori del Pontormo per il ciclo della Certosa s ono stati pubblicati da J. Cox Rearick nel 1964. Per quanto sia stata sott olineata la rarità, e potremmo parlare anche di "unicità", del tema del ci clo della Passione nel panorama dell'arte italiana dove lo troviamo all'in terno della rappresentazione della vita di Cristo, la Chiarelli ha messo i n rapporto tale scelta tematica con la rappresentazione delle Storie dell a Passione nelle Cappelle dei Sacri Monti. Secondo la studiosa i monaci ce rtosini, commitenti del ciclo, potrebbero aver preso ispirazione dai Sacri Monti, luoghi sacri costituiti da un insieme di cappelle edificate a imit azione dei templi di Gerusalemme, eretti in Italia a partire dalla fine de l Quattrocento, in cui gli episodi della Passione erano uno dei temi icono grafici più rappresentati. L'occasione che dettò la commissione certosina fu il ritiro del Pontormo presso il monastero a causa della peste scoppiat a a Firenze nel 1523: i documenti d'archivio testimoniano che il pittore v i rimase a lungo dato che i pagamenti degli affreschi da quell'anno si pro traggono fino al 1527. L'opera dell'artista fu certamente gradita dai mona ci visto che questi gli commissionarono altre tre opere: una tela raffigur ante la "Cena di Emmaus" per la foresteria (1525, Galleria degli Uffizi), una tela che rappresentava la "Nascita di Cristo", destinata alla stanza d el priore, che sfortunatamente non ci è giunta, ma di cui parla il Vasari, ed infine un affresco eseguito dal Pontormo presso l'altare di San Benede tto, oggi di San Nicola, raffigurante il ritratto di un converso, andato p erduto con la ristrutturazione settecentesca. Se il tema iconografico per gli affreschi del chiostro fu dettato dai padri certosini il pittore scels e personalmente il proprio modello stilistico: esso è rintracciabile in u n gruppo d'incisioni di Albrecht Durer raffiguranti la "Passione e Morte d i Cristo". Molteplici sono le ragioni che probabilmente spinsero il Pontor mo ad attingere all'opera dell'artista nordico, prima fra tutte la necessi tà di conquistare un linguaggio espressivo tale da poter rappresentare la realtà psicologica e morale del dramma della Passione di Cristo e tale da farne comprendere il significato di salvezza, senza indulgere nè in compia cimenti estetici nè in interpretazioni intellettualisticamente astratte. Q uest'esigenza è stata messa in rapporto dal Berti con il diffondersi in It alia dalle idee delle Riforma e delle dottrine di Erasmo da Rotterdam che influirono sull'affermarsi di suggestioni antiformali e anticlassiche. In quest'ottica avrà giovato particolarmente al Pontormo il periodo d'isolame nto che visse presso la Certosa, dove egli, lontano dagli artisti fiorenti ni, potè meglio distaccarsi dalla cultura artistica del tempo nonchè dalle sue precedenti esperienze di lavoro. Aldilà dei moventi che dettarono tal e avvicinamento, numerosi furono gli influssi stilistici dell'arte dureria na nei lunettoni della Certosa. In primo luogo il Pontormo, tramite lo stu dio del testo nordico, acquisì un modo di affrontare e, quindi, di rappres entare la realtà in termini più veri, conferendo così un tono più credibil e alla scena. Ciò si evidenzia generalmente in tutte le cinque lunette per venuteci e per lo più nelle figure non di primaria importanza, dove forse il pittore si sente ancor più svincolato dai canoni artistici a cui era st ato educato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900228721-5
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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