la Meditazione. figura allegorica femminile

dipinto, 1638 - 1638

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Martinelli Giovanni (1600-1604/ 1659): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi della volta della cappella di san Bruno mentre non sono stat i presi in considerazione dalla critica moderna fino a tempi recenti; sono invece ricordati dalle fonti ottocentesche che riferiscono della Certosa. Già nella Guida del 1861 se ne parla in termini elogiativi lodandone il " bel disegno"e la "grande maestria" ed il "bell'impasto.." (p.25). tuttavia la Guida attesta per gli affreschi un'attribuzione fuorviante, dicendoli opera di Giovanni Paolo Rossi, attribuzione poi ripresa dalle altre fonti sia dell'Ottocento e del Novecento. Giovanni Paolo Roffi - e non Rossi - f ratello del certosino Don Desiderio che fu procuratore e poi priore del mo nastero tra il 1687 ed il 1697, fu un pittore effettivamente attivo alla C ertosa nella seconda metà del Seicento, ma dalle opere certe che di lui ci sono giunte comprendiamo come il suo mediocre livello artistico non possa essere responsabile della paternità degli affreschi della volta. Grazie a gli studi di Giovanni Leoncini tali affrschi sono oggi considerati incond izionatamente opera di Giovanni Martinelli. Al nome del Martinelli hanno i indirizzato congiuntamente sia motivi do ordine iconografico, che stilisti co. Infatti le quattro figure femminili qui rappresentate (Lettura; Medita zione; Orazione; Contemplazione)corrispopndono in forma allegorica ai quat tro gradi dell'ascesa dell'anima del monaco verso Dio secondo uno dei più noti testi di mistica certosina, la "Scola Claustralium" o "Lettera sulla Contemplazione" scritta da Guigo il priore della Grande Chartreuse. Si tra tta dunque della teorizzazione della formazione e del lavoro spiritualedel la vita del certosino, monaco che appartiene ad un ordine che trova la sua ragione d'essere nella vita contemplativa, privilegiata tra le varie e po ssibili forme di vita religiosa anche dal suo fondatore San Bruno. Sembra chiaro quindi come i monaci fiorentini abbiano voluto esemplificare con qu esti affreschi il pensiero del santo nella volta della cappella a lui dedi cata. e la scelta di Giovanni Martinelli, quale esecutore e non ideatore d egli affreschi, sisspiegherà per la consuetudine del pittore nel dipingere figure allegoriche, generalmente femminili, di tipo religoso, morale o fi losofico, gener ein cui diverrà specialista negli anni Quaranta e Cinquant a. La scelta dei padri sarà caduta sul pittore anche per le sue doti di ch iarezza ed essenzialità di linguaggio, requisiti richiesti dai certosini a nche in relazione alle teorie elaborate dal Concilio di Trento intorno all a pittura. Dal punto di vista stilistico prettamente "martinelliano" è il perfetto uso della tecnica ad affresco che porta il pittore a delineare le immagini con segno sicuro, tale da scandire nettamente i contorni di tutt o ciò che è rappresentato. Anche nell'uso del colore, come del segno, si r ivela erede e portavoce della tradizione fiorentina nel genere dell'affres co, facendo emergere le tinte isolatamente senza impastarle, ma invece val orizzandole, mostrando tutte le loro proprie modulazioni, i lro cangiantis mi, le loro trasparenze. Per il raggiungimento di tali effetti la luce ha un ruolo importantissimo. Il Martinelli, pur non tenendo assolutamente con to della fonte di luce della cappella, la finestra, ed anzi immaginando pr ovenienze di luce diverse per ogni vela, riesce ad ottener eun luminismo n aturaleche, oltre a modulare i colori facendone emergere i toni ora caldi di luce solare, ora argentini, conferisce naturalezza anche alle pose e ai gesti delle quattro figure. esemplare a questo proposito è la posa dell' allegoria della Meditazione che potremo definire disinvolta tanta è la sua normalità: siamo di fronte a una donna che dopo aver letto medita sui con tenuti impegnativi ed il gesto di sorreggersi la testa ci da atto del suo impegno mentale. L'importanza conferita dal pittore alla luce ed il suo li nguaggio naturalistico mettono in evidenza la sua esperienza nell'ambito d ella corrente caravaggesca, dove pare che egli si sia avvicinato al Gentil eschi. Per quanto dunque risulti ormai chiara la paternità "martinelliana" della volta, mi sembra opportuno sottolineare anche la consonanza di tipi fisionomici che si riscontra tra le quattro donne e i volti femminili ric orrenti nella sua produzione. Circa la datazione di questo ciclo di affres chi - che comprende anche la lunetta in cui è inserita la finestra con i n due angeli OA 09 00228711 - è stato proposto il 1638, dato che una lapide della cappella attesta a quell'anno i lavori di ristrutturazione della med esima. Per quanto non se ne sia trovata conferma nelle fonti archivistiche del monastero, tale data sembra plausibile anche osservando l'iter del Ma rtinelli. Molteplici sarebbero ifatti i punti di contatto con gli affresch i del soffitto dell'oratorio dei Vachetoni, dipinti dal Martinelli tra il 1639 ed il 1640
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900228710-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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