Sant'Ugo di Grenoble

dipinto, post 1520 - ante 1521

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Piero Di Matteo (notizie 1500-1523)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lunetta fa parte di un ciclo raffigurante sedici ritratti di santi e beati dell'ordine certosino, dei principali fondatori di ordini religiosi e di padri della chiesa. Queste pitture, che decorano le sovraporte delle celle del chiostro grande, furono commissionate a Piero di Matteo di Ser Martello nel 1520, come ci appare dal contratto di allogazione del 4 marzo. Dal documento sappiamo che egli fu incaricato di dipingere anche gli archi esterni intorno ai medaglioni con i ritratti di santi e beati in ceramica robbiana. Il pittore aveva precedentemente eseguito un modello per l'arco e uno per la lunetta, raffigurante l'arme degli Acciaiuoli. A questi doveva attenersi scrupolosamente e semmai migliorarli, ma non certo "declinare". Il lavoro fu compiuto in poco meno di un anno perché nei libri di conti dei monaci troviamo registrato l'ultimo pagamento il 23 febbraio 1521 (A.S.F., Conventi soppressi 51, n. 15 c. 93r). La Chiarelli erroneamente data la fine del lavoro al 1522. Oltre alle pitture fatte per prova, nel 1506 aveva eseguito delle "dipinture de le due prime celle delo inclaustro zoè per due frisi con uno Yesù" (A.S.F. Conventi soppressi 51, n.78, c. 157 d; Chiarelli 1984 vol.I p. 97, vol.II p. 420). Una di queste pitture venne probabilmente rifatta perché nel marzo del 1520 venne pagato per un San Giovanni Battista, andato perduto, che si trovava sopra la porta della seconda cella. Dai certosini Piero di Matteo aveva comunque ricevuto un'altra commissione: un fregio a grottesche all'altezza dei capitelli dei pilastri lungo le pareti della chiesa che egli eseguì fra il 1500 e il 1501. Di questo pittore, noto solo per la sua attività presso i certosini, non conosciamo né la data di nascita né quella di morte, ma quest'ultima può essere collocata dopo il 1523, data in cui scrisse il suo testamento, rintracciato da Ugo Procacci (A.S.F. appendici al notarile, vol. 112, c.5). Dal tipo di lavori commissionategli e dall'osservazione delle lunette possiamo facilmente intuire che Piero di Matteo era soprattutto un decoratore. Benchè lodate dalle antiche guide (Venerabile Certosa; Bacchi), queste pitture per la semplicità dell'impostazione e per un certo impaccio delle figure non rivelano un gran valore artistico. Il loro esame è comunque pregiudicato dal cattivo stato di conservazione. La tecnica a secco con cui sono eseguite ha fatto sì che i vari strati di colore siano caduti lasciando la preparazione di base. Questo rende le figure piatte e poco delineate. Rispetto alla serie dei busti in terracotta robbiana con i personaggi dell'Antico Testamento, Apostoli, Santi ed Evangelisti, che decorano le arcate del chiostro, sembra che le figure delle lunette delle sovraporte abbiano dei legami più diretti con la Certosa e con l'ordine. Tra i santi fondatori di ordini che ricorrono anche nei medaglioni qui sono stati scelti quelli che hanno dato vita a regole di tipo monastico-contemplativo. Secondo la tradizione sant'Ugo permmise a Bruno e ai suoi primi sei compagni di stabilirsi nel deserto di Chartreuse, dove fu fondata la prima certosa. Il restauro si è basato su un intervento di pulitura a base di impacchi di atapulgite e carbonato di sodio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900228432
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
  • ISCRIZIONI tabella sopra il dipinto - HUGO. GRANPO/LITANO EP (ISCOP)US - lettere capitali - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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