Immacolata Concezione
dipinto,
1804 - 1804
Personaggi: Maria Vergine. Figure: angeli; cherubini. Attributi: (Maria Vergine) luna con le punte verso il basso
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
- LOCALIZZAZIONE Montelupo Fiorentino (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I dipinti primitivi, con i medesimi temi (l'Immacolata Concezione e il S: Francesco stigmatizzato), furono commissionati da Cosimo III ad un giovane pittore dell'Accademia Fiorentina a Roma, Francesco Petrucci, ed esegute nel 1680-81. Tali notizie furono rese note dal Gualdani (1844-56). La presenza di un'Immacolata Concezione proveniente da questa chiesa, documentata nella Galleria Pitti fin dal 1818 (Inghirami, 1818), fece supporre che la commissione al Petrucci fosse dovuta al passaggio nella galleria fiorentina delle due opere giordanesche che sarebbero state esegutie quindi nel suo soggiorno fiorentino, intorno al 1680-81. Se la Concezione è tutt'ora a Pitti, l'originale giordanesco del santo assisiate fu ritenuto disperso, mentre all' Ambrogiana sarebbero restate le due copie del Petrucci. Così la Francini Ciaranfi (1956), il Ferrari-Scavizzi (1964) e la Meloni T. (1972), fino alla scoperta da parte della Visonà di nuovi documenti (1976). Da questi appare come solo nel 1687 Cosimo III decise di sostituire le opere del Petrucci "perchè nessun di essi spira devozione", con i lavori commissionati al Giordano. Questi arrivarono a Montelupo nel settembre 1689, e quindi durante il secondo periodo fiorentino del pittore napolatano. Delle tele del Petrucci si persero quindi le tracce, sconosciuto era tuttavia l'anno dell'arrivo a Pitti della Concezione. Dal manoscritto del canonico Latini (1911) appare che il rettore della chiesa Pietro Nardi consegnò nel 1798 alla Regia Guardaroba generale per mezzo dello scrittoio delle Regia fabbriche, per collocarvi nella cappela delle reliquie del Palazzo di residenza, una tavola in tela esprimente l'Immacolata Concezione, opera originale di Luca Giordano. Questa fu consegnata solo nel settembre 1804 in cambio di una copia, opera di un anonimo copista e di un reliquiario a braccio in argento del peso di lib. 7.2, alienato nel 1820 per la costruzione dell'organo (inv. 1820). La tela tuttora conservata in chiesa appare fedela al modello, diviersificandosene nel volto dell Madonna, più paffuto, e nel colore più povero. Per quanto riguarda l'archetipo giordanesco, nonostante la posticipazione della sua esecuzione resta valdio quanto osservato da Ferrari e Scavizzi (1964) , stabilendo analogie con le allegorie dei pennacchi della cappella Corsini, specie la contemplazione, per il suo impianto classicista e l'iconografia devozionale. Da notare come la Meloni rendesse nota il bozzetto del dipinto, apparso nel 1967 ad una vendita della Galleria Viennese di St. Lukas
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900225954
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
- ISCRIZIONI parte superiore del dipinto - SPECULUM/ SINE MACULA - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0