Cristo e l'adultera

dipinto, ante 1723 - ante 1723

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Cinqui Giovanni (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Poggio a Caiano (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera attribuita al Cinqui, figura della donna comune a molti quadri. Il s oggetto è tratto da Giovanni 8, 2-9. Le tele, che attualmente sono poste i n quattro stanze contigue al primo piano del monastero (luogo di riunion e dell'Associazione Amici della Certosa), sono appese alle pareti senza u n a pparente ordine logico ed iconografico. Un'originaria inventariazione , fo rse nel luogo di provenienze, è invece ricordata dai numeri apposti s u i te lai (in rosso con grafia settecentesca, ne sono sprovviste le tele ch e ris ultano rintelate). Collocate alla Certosa dal 1885 e consegnate n ell 'april e al Padre Benelli in seguito all'ordinanza ministeriale del 29 lug lio 187 8, e oggetto di parziale documentazione fotografica in occasi one d i una ca mpagna sugli arredi della Certosa eseguita dalla Soprintend enza f iorentina negli anni Settanta; provengono dalla Villa medicea dell' Ambrogi ana (asse nte infatti ogni riferimento a queste opere nella biblio grafia s ulla Certo sa). Eseguite su commissione di Cosimo III, unitamente a un gra nde Giudizi o Universale (braccia 3,2 x 1,19) ora disperso, per ornare il corridoio ch e ora unisce la Villa dell'Ambrogiana alla vicina C hiesa di S an Pietro d'A lcantara (poi Santi Quirico e Lucia), sono citat e in un inv entario della Villa del 1732 (A.S.F. Guardaroba Mediceo 1392, cc. 69v - 7 0 r, cfr. La Madonna nell'arte italiana, Catalogo della most ra scheda a c ura di S. Melo ni) e raffigurano, come in un vangelo illustr ato, 119 scene della vita di Gesù, della Madonna e di San Giovanni Battist a; originariam ente entro corn ici lisce tinte di nero e filettate d'oro, con cartelle in tagliate e parzi almente dorate, pienamente in sintonia co n lo stile Cosim o III. La loro e secuzione, che deve essere precedente a l 1732, anno di r edazione dell'inve ntario citato, è forse da anteporre a nche al 1723 anno di morte di Cosimo III. L'autore, indicato nel documento sopra citato, è G iovanni Cinqui (o D el Cinque), fiorentino, allievo di Pier Dandini e atti vo in Toscana quasi fino alla metà del Settecento (muo re nel 1743). Le num erose tele, che furo no tolte dalla loro collocazione originaria forse in occasione della nuova - e disgraziata - destinazione data alla Villa, che dopo i fasti medicei e lorenesi diventerà prima casa di cura per malattie mentali e successivam ente (1888) manicomio criminale , vengono consegnate in deposito alla Certo sa dove sono rimaste fino ad o ggi. Su Giovanni Cinq ui (Scarperia, 1667 - F irenze 1743) si hanno scarse notizie. Il Gaburri r icorda il suo alunnato p resso Pier Dandini e dice: "ferace nell'inventare e spedito nel colorire a olio e a fresco…avendo da to al pubblico opere ma cchinose specialmente a f resco nelle chiese e nei palazzi in Firenze e pe r lo stato". Il Richa di l ui ricorda solo la dec orazione della volta e de l coro della chiesa di San Girolamo delle Poveri ne eseguita nel 1721 in co llaborazione col quadraturi sta Andrea Landini; e la cappella dedicata a S anta Rosa da Viterbo, nella chiesa di Ognissan ti IV, p. 268 rinnovata a pa rtire dal 1715. Si possono i noltre attribuir e a questo ad oggi poco noto pittore, decorazioni nella Vi lla di Lappeggi e nel vicino Casino di Lilli ano oltre che nel Palazzo Alto viti dei Visa cci, in Borgo Albizi (R. Spine lli). Altre opere che la tradiz ione ci tra manda sono due lunette nel prim o chiostro di Santo Spirito, e f orse una partecipazione alle pitture di P alazzo Capponi; oltre alla pala n ella Ca ppella della Fattoria del Terzo a Borgo a Buggiano, e pitture nella villa Santini a Lucca (S. Meloni, com. orale). Fra i dipinti su tela, pro babilm ente minoritari nell'attività del pittore che appare più abile come fresca nte, ci sono noti solo l'autoritr atto degli Uffizi (Inv. 1890 n. 204 1) e questo gruppo a soggetto religios o. Le 119 tele in oggetto - che non pre sentano sulla loro paternità nessun a indicazione, né contemporanea né p o stuma - sembrano però doversi attrib uire a più mani, tutte nell'ambito di aiuti più o meno modesti, dello stes so Cinqui. La motivazione, plausibil e anche per il gran numero di pitture da portare a complimento in tempo ab b astanza breve , è dettata dal confro nto fra le medesime. Diverso è infa tti il livello qualitativo e, iconograf icamente, il modo di rappresentare gli stessi protagonisti; anche la tavol ozza spazia da colori brillanti e tras parenti, a grevi campiture dense ed opache spesso prive di consisten za nel la resa plastica dei corpi. [conti nua in AN]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900225132
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 3753
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Villa Medicea di Poggio a Caiano e Museo della Natura Morta
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI retro tela - 1662 - numeri arabi - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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