funerali di Raymond Diocrès

vetrata, 1560 - 1560
Brondo Paolo (e Aiuti)
notizie sec. XVI
Gualtieri Di Fiandra (e Aiuti)
notizie 1550-1560

Scena in seppia monocromo, contorni in rosa e verde

  • OGGETTO vetrata
  • MATERIA E TECNICA vetro/ pittura/ piombatura
  • ATTRIBUZIONI Brondo Paolo (e Aiuti): mastro vetraio
    Gualtieri Di Fiandra (e Aiuti): pittura
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vetrate del Colloquio della Certosa, già attribuite in passato ai frati Gesuati su disegno di Giovanni da Udine (Moreni; Guida 1861; Pini 1862). Questa attribuzione è scaturita dalla vicinanza della decorazione a grottesche con quella delle vetrate della Laurenziana, riferite allo stesso artista. si riteneva poi che l'esecuzione materiale dei vetri spettasse ai frati Ingesuati attivi nel centro della Certosa come vetrai almeno dal 1487 al 1544, anche se pare che l'attività fosse già in declino nel 1515. Furono poi ascritte dal Bacchi a Paolo di Brondo le ultime 4, e a Gualtieri di Fiandra la 3 e la 4. Lo studio documentario dellla Chiarelli ha evidenziato il ruolo dei due artisti nell'esecuzione delle vetrate: il primo era un maerstro genovese esperto nella lavorazione del vetro e fu pagato per lavori fra 1559 e 1561; il secondo, fiammingo, era un fine decoratore di finestre a fuoco e lavorò alla certosa verso il 1560. Fu citato anche dal Vasari (vol. VII, p. 588) per aver eseguito per il Granduca "finestre a fuoco" su disegnodello stesso Vasari. Il Marchini (1956) riportò invece tutte queste vetrate in ambito vasariano notando la loro vicinanza alla finestra tuttora esistente nel cosidetto "scrittoio di Calliope" in Palazzo Vecchio dipinta da Gualtieri di Fiandra su cartoni di Giorgio Vasari e Marco da Faenza. Da un altro documento pare che i sei ovati venissero creati da Paolo di Brondo direttamente a Genova, ma non si sa chi ne fosse il disegnatore anche se la paternità genovese sembra evidente da reminiescenze raffaellesche e di Perin del VAga presenti nelle scene figurate.La decorazione delle sei vetrate con episodi della vita di San Bruno non appartiene tutta a Gualtieri, ma anche alla sua bottega; ove lavorarono certi Francesco e Giovanni e il cugino Giorgio. La Chiarelli ha diviso la serie in tre coppie in base alla decorazione che funge da cornice. La vetrata in analisi e quella raffigurante il sogno di Ugo di Grenoble sono le più raffinate nei motivi decorativi marginali e negli ovali centrali, eseguiti con tratti più snelli, con tinte sfumate e fluide, con notevole libertà decorativa. Raymond Diocrès era professore universitario ed amico di San Bruno. Durante i funerali, svoltisi a Parigi, si narra che la salma si fosse alzata tre volte gridando frasi sinonime della giustizia divina, riportate sulle vetrate e che tale fatto abbia colpito Bruno convincendolo a dedicarsi alla vita monastica, questa tradizione è stata poi abbandonata nel tempo. I cartoni potrebbero essere opera di artisti attivi nel manierismo fiorentino maturo, forse nella cerchia dello stesso Vasari
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900224937
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI ovale sorretto da putti - IUSTO/ DEI IUDICIO/CO(N)DEMNAT(U)S/ SUM - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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