stalli del coro, insieme di Agnolo di Giuliano di Baccio d'Agnolo, Giovanni di Giuliano di Baccio d'Agnolo, Francesco di Giuliano di Baccio d'Agnolo (sec. XVI)
stalli del coro
1570 - 1575
Agnolo Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie 1570-1575)
notizie 1570-1575
Giovanni Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie Seconda Metà Sec. Xvi)
notizie seconda metà sec. XVI
Francesco Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie 1550-1599 Ca)
notizie 1550-1599 ca
Pedana, inginocchiatoio, base, spalliera. Decorazioni: baccellature, modan ature, drappi, crazie, palmette. bottoni, grottesche, festoni di foglie d' alloro di frutta e fiori. I motivi a grottesca dei pannelli intarsiati si ripetono ogni sei stalli
- OGGETTO stalli del coro
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MATERIA E TECNICA
legno di acero/ intaglio/ intarsio
legno di noce/ intaglio/ intarsio
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MISURE
Profondità: 102 cm
Altezza: 270 cm
Larghezza: 48 cm
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ATTRIBUZIONI
Agnolo Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie 1570-1575)
Giovanni Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie Seconda Metà Sec. Xvi)
Francesco Di Giuliano Di Baccio D'agnolo (notizie 1550-1599 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecuzione del coro venne affidata inizialmente a Simone di Domenico Col ombini (contratto del 3 gennaio 1570, Conventi Soppressi 51, n. 86 c. 126s , n. 47 c. 140r), legnaiolo di Santa Maria del Fiore, che morì però dopo p ochi mesi. La moglie di questi vendette tutto il legno, sia lavorato sia g rezzo, alla bottega dei fratelli Baglioni, cioè Francesco e Agnolo di Giul iano di Baccio d'Agnolo (Conventi Soppressi 51, n. 86, c. 143s). La Chiare lli osserva che la cifra non troppo elevata pagata per il legno attesta ch e i lavori erano ancora a uno stadio non molto avanzato. Erano state esegu ite sicuramente alcune tarsie, come risulta dai pagamenti a 'Vincentio tar siaio' (Conventi Soppressi 51, n. 47, c. 184). Questi venne probabilmente incaricato dai fratelli Baglioni di completare gli intarsi secondo i carto ni forniti già al tempo del Colombini da un anonimo maestro, erroneamente identificato da parte della critica con un Agostino Feltrini detto Cosimo (Pini, Bacchi, Guerrieri), mai esistito. Tra il 1573 ed il 1575 i document i provano una più intensa attività dei fratelli Francesco e Agnolo, più sp oradicamente di Giovanni. I lavori furono poi interrotti e ripresero solo nel 1589, quando furono affidati a Domenico di Bartolomeo Atticciati, affi ancato da Francesco d'Agostino e da un Filippo, che li completarono nel 15 90 (pagamenti in Conventi Soppressi 51, n. 87, cc. 334s, 336s, 342s, 345s, 349s, 349d). La doratura veniva compiuta da Giovanni di Pagolo, come risu lta da un pagamento del 17 novembre 1591. Ai fratelli Baglioni va assegnat a - secondo un documento citato dalla Chiarelli - l'esecuzione dell'intagl io di tutta la parte inferiore, compresi i grifi e le quattro sfingi soste nenti i braccioli, le teste di angeli sopra i braccioli stessi e le miseri cordie. La Chiarelli nota come il nostro coro presenti peculiarità prettam ente certosine: alti braccioli che favoriscono l'isolamento nella preghier a, misericordie al di sotto di ogni sedile, pedana priva del gradino dell' inginocchiatoio, due sedili a fianco della porta d'ingresso riservati al p riore ed al vicario. La parte anteriore del coro, che lo congiunge al "San cta Sanctorum", fu eseguita più tardi, anche se non si hanno notizie docum entarie in merito. Esisteva comunque nel 1653: in un documento di quell'a nno si parla infatti di 'spalliere delle tavole degli obblighi' (Conventi Soppressi 51, n. 12), che originariamente erano completate da bacheche lig nee nelle quali i monaci registravano l'ordine dei servizi liturgici (vedi foto Alinari). Come informa la Chiarelli, sempre nel 1653 i quattro specc hi maggiori - sormontati da un volto femminile scolpito e affiancato da fe stoni - vennero sostituiti dai quattro Santi penitenti del Fidani. L'attua le parte anteriore del coro, come già sospetta la Chiarelli, è però probab ilmente frutto di un rifacimento ottocentesco, realizzato in perfetto acco rdo con l'impianto e la decorazione manierista del resto del coro. Il coro dei monaci era completato dal grande badalone ligneo nella chiesa del Car mine, donato dopo che l'incendio del 1771 distrusse la chiesa, recentement e reso noto ed attribuito all'Atticciati
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900224757-5
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0