altare maggiore di Della Robbia Andrea (attribuito) (sec. XV)

altare maggiore,

Altare marmoreo a frontone: in basso paliotto raffiguarante la Pietà con Gesù al centro, Maria piangente a sinistra, s. Giovanni a destra in marmo bianco su fondo scuro. Una cornice centinata in terracotta invetriata, decorata a festoni vegetali racchiude l'immagine della Madonna della Misericordia. Ai lati, in marmo, le statue dei santi Lorentino, Pergentino, Donato e Bernardino da Siena; in alto le otto teste dei cherubini e la colomba dello Spirito Santo. Sopra l'arco due medaglioni in marmo raffigurano due Profeti. Il frontone, centinato, ha una ricca cornice a dentelli, ovoli e teste di putti e raccoglie il gruppo marmoreo della Madonna col Bambino e due angeli. Altri putti sono sulla sommità e ai lati del frontone. Due lesene, con decorazione a rilievo, sostengono il frontone e hanno capitelli in stile composito. La decorazione a rilievo presenta motivi a candelabro ed intrecci vegetali

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
    terracotta/ pittura/ invetriatura
  • ATTRIBUZIONI Della Robbia Andrea (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Arezzo (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera tra le più belle del patrimonio artistico aretino, è attribuita dal Vasari a d Andrea della Robbia, nipote di Luca, che fu ad Arezzo molto attivo. L'altare fu probabilmente commissionato ad Andrea dopo la metà del XV secolo, dal momento che già dal 1431 era stata compiuta da Parri di Spinello Aretino l'immagine con la Madonna della Misericordia (cfr. A. Tafi, 1973, p. 41, con bibliografia). Nel 1810 in occasione della terza soppressione el convento l'altare venne smantellato; il vescovo di Arezzo, Agostino Albergotti, propose allora di trasferirlo in Duomo, ma tale fu la proposta della popolazione, che l'altare rimase a S. Maria delle Grazie. Nel 1979 il paliotto con la Pietà fu trafugato poco dopo che la Soprintendenza di Arezzo aveva restaurato l'altare. Ritrovato, fu nuovamente pulito e collocato al suo posto. Numerosi sono, in quest'opera, i riferimenti all'arte antica; motivi decorativi, quali dentelli e ovoli, o strutturali, come lesene e timpano centinato, appartengono al più raffinato repertorio classico, fondamentale per l'ispirazione dell'arte rinascimentale fiorentina. Tuttavia Andrea della Ribbia inventa qui il motivo dei candelabri che si intrecciano a vegetali e animali, ebbe una grande fortuna e fu ripresa successivamente anche da Andrea Sansovino e da Mino da Fiesole
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900223660
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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