compianto sul Cristo morto
dipinto,
1440 - 1440
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
1395-1400/ 1455
Soggetti sacri. Personaggi: Nicodemo; Giuseppe d'Arimatea; San Domenico; Santa Caterina da Siena (?); Madonna; San Giovanni evangelista; Pie Donne; Santa Marta (?); Santa Maria Maddalena; Santa Caterina d'Alessandria; Beata Villana delle Botti. Figure femminili: beate. Abbigliamento: all'antica; contemporaneo. Architetture: cittadella fortificata. Paesaggi. Oggetti: lenzuolo; croce; chiodi; scala
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Maestro Della Nativita` Di Castello
Maestro Della Cella N. 2 (esecuzione Parziale)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
- INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti siamo informati -in data 13 aprile 1436- che il priore dei conventi di S. Domenico di Fiesole e di S. Marco acquista da Fra Sebastiano Benintendi, allora frate benedettino (e ritornato poi nell'ordine domenicano nel convento di S. Maria Novella) un messale del valore di quindici ducati di cui parte erano gia` stati pagati e il resto (sette ducati) si lascia per parte di pagamento di una tavola fatta eseguire dal Benintendi per la compagnia del Tempio. Il 2 dicembre dello stesso anno l'Angelico, che si sottoscrive di propria mano, riceve un pagamento, parte in denaro, parte in grano da servire per il convento: si doveva dunque aver dato senz'altro esecuzione alla pittura della tavola dopo l'accordo del 13 aprile. Da un documento pubblicato dall'Orlandi risulterebbe che il dipinto era stato allogato per l'altare dell'oratorio della compagnia del Tempio e che il detto altare era stato consacrato da un Vescovo, identificato dall'Orlandi con Tommaso Tommasini o Paruta divenuto Vescovo di Feltre e Belluno. Nel 1435 il Tommasini era a Firenze amministratore dell'Archidiocesi fiorentina. Sempre l'Orlandi conclude che l'altare in parola dove` essere consacrato nel 1436 e la tavola messa allora al suo posto. Ci sembra azzardato ritenere il pagamento del dicembre conclusivo riguardo la commessa della tavola all'Angelico. E` pur vero che le fonti attestano e sottolineano le miti pretese del frate in questioni economiche, ma in effetti il costo del dipinto, avvallando l'ipotesi dell'Orlandi, risulterebbe irrisorio. A nostro avviso la tavola fu condotta a compimento nel 1440 come conferma la data posta sul manto della Madonna e altri, amche se attualmente sconosciuti, furono i denari corrisposti all'Angelico. Frate Sebastiano, nipote della Beata Villana, fece dipingere l'immagine della sua ava nella pala insieme a quella di Santa Caterina d'Alessandria di cui egli curava la festa. L'Orlandi ritiene che il committente si sia voluto far raffigurare nell'immagine di San Domenico. La presenza di Villana va inoltre messa in relazione con il fatto che la compagnia del Tempio vantava diritti sulle reliquie di quella Santa in Santa Maria Novella
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900196286
- NUMERO D'INVENTARIO inv. 1890, 8427
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1987
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1989
2006
- ISCRIZIONI sulla bordura del velo della Madonna - MIIIIXXXX - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0