Reliquiario del teschio del Beato Carlo Guidi di Montegranelli

reliquiario a teca a urna, 1750 - 1750

Reliquiario ad urna impostato su due piedi a volute poggianti su zoccoli modanati. La teca presenta una larga apertura circondata da una cornice mistilinea e lateralmente da volute, riccioli e racemi. Al centro in basso è presente un cartiglio, ed un altro in posizione simmetrica posa superiormente. Anch'esso è circondato d riccioli che in alto sono sovrastati da un motivo a conchiglia convesso, a sua volta sormontato e racchiuso da due volute, sulle quali posano il globo e la crocetta apicale. All'interno, su di un cuscino in velluto rosso bordato d'oro, è poggiato il teschio di Carlo Guidi di Montegranelli

  • OGGETTO reliquiario a teca a urna
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Bosi Filippo (notizie 1729-1770): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Congregazione istituita da papa Clemente IX sui "negozi" degli ordini monastici soppressi nel 1668, invitò il Vescovo di Fiesole a far consegnare dall'economo del locale soppresso monastero dei Girolamini alla Confraternita fiorentina detta "Buca di S. Girolamo" che ne aveva fatto richiesto "la testa del servo di Dio Carlo de' Conti di Monte Granello che chiamano Beato". La missiva, indirizzata al prelato fiesolano, fu trascritta in calce all'atto -stilato il 25 gennaio 1669/70 dal notaio Ser Zanobi Caramelli- col quale la reliquia, inserita in una mezza "figura di legno dorato" fu consegnata "in deposito" alla Compagnia menzionata (ASF, Notarile moderno, 17310, n° 101, cc. 89 v.-90r; cfr. anche ACSG, Deliberazioni e Partiti 1725-1751, c. 346). Il busto-reliquiario era stato commissionato dalla Confraternita stessa, eseguito nel 1616 dall'intagliatore Benedetto d'Antonio Tarchiani (ACSG, Conti e Ricevute 1551-1700, ad datam 1616 maggio 18) e regalato ai frati di S. Girolamo di Fiesole, per ricambiare il dono di altra reliquia di Carlo Guidi, fondatore sia dell'Ordine monastico che della Confraternita (ACSG, Deliberazioni e Partiti 1596-1634, c. 307, trascritto anche da Brocchi, III, 1761, p. 206). Il reliquiario fu trasferito, da Fiesole alla Compagnia, dall'erudito Ferdinando Leopoldo Del Migliore, membro di quel sodalizio, insieme alla antica lapide -cfr. scheda relativa- "per autentica" (1684, p. 257). Nel contratto citato si specifica che la reliquia non poteva essere "messa in luogo pubblico, nè esposta per veneratione nè culto alcuno". Nel 1733 i confratelli, considerando cha la Sacra Congregazione dei Riti concedeva "l'adorazione alle reliquie di quei beati i quali ab immemorabili hanno avuto tal culto", si premurarono di dimostrare che la testa era stata da lungo tempo oggetto di venerazione. A questo scopo decisero di portare il reliquiario a Fiesole presso l'anzianissimo canonico Bozzolino (ACSG, Deliberazioni e Partiti 1723-1751. c. 346) che, sotto giuramento testimoniò che il busto era effettivamente quello dai Girolamini "più volte si esponeva nella chiesa di S. Girolamo in occasione di feste alla pubblica adorazzione" (ivi, c. 347). Finalmente il 17 Aprile 1736 con decreto arcivescovile fu concesso il culto e Domenico Bardi, vicario dell'arccivescovo Giuseppe Maria Martelli, recatosi nella Compagnia, sigillò il busto e lo "fece esporre su l'altare...volendo essere il primo a rendergli la già dovuta adorazzione" (ivi, c. 432). Nel 1748 i confratelli, considerando che il busto "riesciva assai materiale, onde veniva a scompagnare gl'altri reliquiari" da poco terminati (cfr. schede relative) , decisero di farne fare uno nuovo per sistemarvi il teschio (ivi, c. 809). A causa di difficoltà economiche il progetto -per il quale era già stato preparato il disegno dal confratello Giovanni Sassi- fu rinviato e solo l'11 giugno 1750 Filippo Bosi, autore degli altri reliquiari menzionati, fu incaricato di "fare la nuova cassa" (ivi, c. 863) da lui terminata il primo Luglio (ivi, c. 866). Infine il 29 Agosto fu effettuata la traslazione e vennero apposti nuovamente i sigilli. La reliquia fu esposta sull'altare e il confratello Domenico Maria Manni tenne un "fervoroso discorso" (ivi, c. 867). Nel 1785 la Compagnia fu trasferita nell'Oratorio della soppressa Compagnia di S. Filippo Benizi in piazza della SS. Annunziata, ed il reliquiario fu trasportato nella nuova sede insieme agli altri arredi della "Buca". Filippo di Francesco Bosi nel 1729 entrò nell'Accademia del Disegno (ASF, n° 130, ad annum), nelle quali viene definito "doratore ovvero intagliatore" (ivi, ad annum 1733). Forse in previsione di lavori da eseguire per la Buca di S. Girolamo vi fu ammesso quale novizio nel novembre del 1745 (ACSG, Entrate e Rafferme di Novizi dal 1740, c. 18 r). Infatti potevano entrare, e quindi operare nelle Compagnie dette "Buche" solo membri del sodalizio ed il saldo della prima opera eseguita per la Confraternita risale all'aprile dell'anno successivo al suo ingresso, quando il Bosi terminò gli otto reliquiari. L'ultimo pagamento risale al 1751, quando gli furono pagati 18 candelieri che dovevano servire "per accompagnare i reliquiari" (ACSG, Conti e Ricevute 1751-1785, ad datam 1751 marzo 5). Le sue opere conservate ce lo mostrano fedele interprete del barocchetto fiorentino, in voga intorno alla metà del secolo; il bel reliquiario del Beato Carlo presenta infatti volute contrapposte che formano contorni sinuosi e l'impiego di ricchi intagli di gusto rocaille
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900195028
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • ISCRIZIONI al centro, in alto entro un altro cartiglio - SACR. CAPUT/ B/ CAROLI/ EX COM. GUIDI/ A MO. GRANEL. CONF - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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