la prima messa di San Filippo Benizi

dipinto, ca 1620 - ca 1620

in primo piano a sinistra un uomo con abito rosso, un mantello nero e degli stivali bordati di pelliccia, è inginocchiato dinnanzi ad un altare al quale san Filippo Benizi sta celebrando la sua prima messa. Sulla sinistra si intravedono altri tre volti maschili, a destra sono inginocchiati tre dei Fondatori dell'Ordine Servita con la cotta mentre un altro accende un cero. Sul loro capo e su quello di tre figure appena accennate sullo sfondo, sono raffigurati dei raggi dorati, sulla destra è la navata di una chiesa. In alto tre angiolini volteggiano reggendo un nastro con una iscrizione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Vignali Jacopo (1592/ 1664)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la prima citazione del dipinto risale al Del Migliore che lo descrive nel ricetto della compagnia di San Filippo Benizi, cioè nell'ambiente in cui attualmente si trova, attribuendolo al Vignali. In epoca successiva il quadro fu trasferito all'altare dell'oratorio di San Filiooi attiguo alla confraternita, dove risulta nel 1774 e quando nel 1949/50 il vano fu trasformato per essere adibito a mensa popolare, la tela fu nuovamente spostata nell'ambiente attuale che è l'originario, per quanto modificato. Non si hanno notizie antiche sul committente del dipinto ma nel 1796 quando ormai negli ambienti della soppressa compagnia di San Filippo si era trasferita la confraternita detta "buca di San Girolamo" fu deciso di ripristinare un "Ufizio" per "un obligo ingiunto da un certo Manetti che regalò la tavola" (Deliberazioni e Partiti). Il nome di Giuseppe Manetti come quello del committente riappare nel Sepoltuario del Cirri mentre non compare nelle antiche carte della compagnia all'archivio di Stato di Firenze. Un tal "Signore...Manetti" nel 1602 dona all'eremo del Monte Senario un quadro con il "beato Bonagiunta Manetti suo parente" ed un altro con la Madonna e gli stemmi dei Fondatori, potrebbe trattarsi della stessa persona. Il Pini nel 1862 lo definisce quadro "assai mediocre" mentre il Marangoni nel 1914/ 15 lo ritiene un "discreto dipinto di scuola fiorentina del '600" senza specificarne l'attribuzione. nell'inventario del 1930 si fa il nome di Matteo Rosselli forse per l'evidente impostazione tardo manierista desunta dal pittore che del Vignali fu maestro ma l'indicazione del Del Migliore non sembra da mettere in discussione ed il dipinto va collocato tra le opere giovanili e datato intorno al 1620 (Del Bravo). Sono infatti evidenti le componenti dell'arte del Vignali di questo periodo, il caldo colore dello studiatissimo abito della figura in primo piano a sinistra nella quale sarà forse da riconoscere il Manetti citato dai documenti, raffrontabile con quello di Tobiolo della coeva Guarigione di Tobia, ed il fondo scuro e le pennellate delle cotte dei Sette Fondatori che assistono alla prima messa del Benizi. Il san Filippo presenta la stessa fisionomia del ritratto, forse opera più tarda del Vignali, ora alla certosa. Una ulteriore riprova di una datazione così precoce è anche da ricercare nel fatto che il dipinto non è citato dal biografo del Vignali, Sebastiano Benedetto Bartolozzi, che informa solo sulle opere eseguite dopo il 1623. Una tale anticipata datazione si può ancora desumere dalla ricca sopravveste in damasco rosso della figura in primo piano a sinistra, caratteristica degli inizi del Seicento mentre è pensabile che il donatore si facesse ritrarre con un abito decisamente fuori moda. Il Santo indossa una splendida pianeta in velluto cesellato broccato di forma postridentina per la presenza del manipolo e databile ai primi anni del XVII secolo ma anche che non corrisponde a quelle documentate nella sagrestia della SS. Annunziata. Quanto al calice presente sull'altare, di forma quattrocentesca, potrebbe rappresentare una sorta di ricerca di "verità storica" in quanto oggetto "culturale antico" oppure la raffigurazione di un arredo allora effettivamente presente tra le oreficerie del Santuario. Lo sfondo a destra raffigura la navata di una chiesa nella quale è da riconoscere la SS. Annunziata com'era alla data del dipinto prima che le paraste fossero rivestite di marmi, che i capitelli michelozziani venissero dorati e che fosse compiuta la decorazione pittorica. Questo nonostante che l'evento della prima messa di San Filippo Benizi nella realtà storica si sia svolto a Monte Senario ma la grandiosità dell'architettura e la presenza dei capitelli michelozziani indicano la trasposizione dell'avvenimento nel Santuario fiorentino. Il dipinto rappresenta dunque una delle rare testimonianze iconografiche dell'aspetto della chiesa servita prima dei rimaneggiamenti barocchi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194943
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI in nastro sorretto da angeli - SANCTUS/ SANCTUS/ SANCTUS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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