tabernacolo di Mino da Fiesole (ultimo quarto sec. XV)

tabernacolo,

Zoccoli, predella, lesene, peducci, cornice modanata aggettante, tabernacolo interno con grata incorniciato da colonnine con capitelli ionici sorreggenti un architrave e un coronamento semicircolare e affiancato da due nicchie e specchiature rettangolari. Tabernacolo esterno: pilastrini, capitelli corinzi, architrave, cornice sporgente, timpano semicircolare

  • OGGETTO tabernacolo
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Mino Da Fiesole (1429/ 1484)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tabernacolo fu commissionato a Mino da Fiesole il 22 agosto 1481 dall 'Abbadessa Maria Antonia Barbadori: lo scultore promise di fare il lavoro in otto mesi dietro pagamento di 160 fiorini, 25 fiorini entro il mese di agosto ed il resto di mese in mese, ma gli ultimi pagamenti risalgono al 1483 (Documenti in FRANCIONI, doc.XVI pp.133-136; MILANESI_ VASARI, III, p.120 nota 1; LORENZONI, p.87 nota 41; SCILLA. p.72). Il MILANESI, in una nota a proposito-degli affreschi di Cosimo Rosselli (VASARI, III, p.186 nota 1) riporta una memoria del Convento in cui, in data 7 agosto 1484 viene data dall'abbadessa una somma di 155 fiorini d oro a Cosimo Rosselli per i lavori fatti "per 1'adornezza del Miracolo. In prima adornare il tabernacolo del marmo messo d'oro". Il tabernacolo aveva quindi una lumeggiatura dorata,perduta, eseguita dallo stesso autore degli affreschi della cappella. Lo sportello del tabernacolo, una lastra del peso di 39 libbre fu'fatta da Pippo di Niccolò per 15 lire toscane e 12 soldi, lavorata da Sandro Calderai e fatta stampare a Bartolomeo Orafo fra il 1484 ed il 1484 (Documenti in FRANOCIONI, doc.XVII, pp. 138-140). Il Rondoni lo descrive nel suo inventario con una figura di Redentore lavorata a sbalzo e cesello in lamina d'argento a bassorilievo, e quindi dorata, del XIX secolo. Ciò fa supporre che la grata attuale sia ancora più recente. Da un punto di vista stilistico il confronto più ricorrente è con il tabernacolo di Desiderio da Settignano in S.Lorenzo, già suggerito da Diego Angeli. Per LAUGE lo schema del tabernacolo, desunto dai portali, che subisce in Desiderio un processo di contrazione dello sviluppo formale architettonico a favore di un dispiegamento e arricchimento del repertorio ornamentale- decorativo, nel tabernacolo di Mino comporta una diminuzione della chiarezza della struttura architettonica; non solo, ma ciò che in Desiderio era grazia ed eleganza non priva di sensibilità diventa qui leziosaggine e fredda raffinatezza esecutiva. Al contrario per VALENTINER, mentre in San Lorenzo la struttura del tabernacolo risulta nascosta da elementi decorativi sovrabbondanti, in S. Ambrogio le figure rispettano la chiarezza dell'impianto architettonico, anzi l'originalità e vivacità della composizione confuta l'opinione a proposito di Mino quale superficiale imitatore di altri artisti. Interessante l'osservazione del CASPARY sul tabernacolo-reliquiario che si avvicina funzionalmente e formalmente a una tavola d'altare, pur essendo l'estrema evoluzione del ciborio-edicola. Infine lo SCIOLLA, osservando ancora numerose ascendenze iconografiche da Desiderio e Antonio Rossellino, giunte forse attraverso l'interazione più superficiale di Francesco di Simone, rileva un "grafituro di sapore arcaistico", "che deriva probabilmente allo scultore da un contatto diretto con l'ambiente senese, soprattutto con i modi di Neroccio e Giovanni di Stefano"; da un punto di vista formale è infatti per lo studioso opera fondamentale per i rapporti con l'ambiente culturale senese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900192430
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • ISCRIZIONI sotto l'angelo che sostiene il calice a sinistra - OPUS MINI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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