Santo vescovo

miniatura,
Lorenzo Monaco (attribuito)
1370 ca./ 1424 ca

Iniziale fogliata media con figura e caudata I(n dedicatione templi), rubr. Responsorius. Corpo della lettera rosa formato da una sorta di nastro perlato intrecciato dal quale fuoriescono le foglie che vanno a formare la coda entro la quale sono due uccelli fantastici e una farfalla posata su un fiore. Oltre l’asta della lettera sporge la figura, ormai molto abrasa, di un vescovo con la tiara, il pastorale e un mantello azzurro con consistenti perdite di colore; sulla destra è il modellino di una chiesa alla cui dedicazione fa riferimento il testo del canto

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ pittura a tempera
    pergamena/ miniatura
    gesso/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Lorenzo Monaco (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello o del Podestà già del Capitano del Popolo
  • INDIRIZZO v del Proconsolo, 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Antifonario E 70 fu riferito dal Golzio (1931, p. 43) a un pittore vicino alla maniera di Lorenzo Monaco; a quest'ultimo vennero riferite dal Berenson (1932, p. 257) soltanto le iniziali istoriate con la Madonna col Bambino (c. 74v), la Trinità (c. 101v) e tre iniziali con figure di santi. La Ciaranfi (1932, pp. 285-317, 379-399), invece, riferisce al monaco camaldolese tutte le miniature del corale datandole tra il 1414 e il 1420-1422. Uno dei primi studiosi che ha descritto l'intero ciclo di corali provenienti dall'Ospedale di Santa Maria Nuova è stato Paolo D'Ancona (1914, V. I, p. 23) il quale analizzò i documenti che registrano i pagamenti ricevuti da Lorenzo Monaco tra il 1412-1413 per la miniatura di alcuni antifonari per la chiesa di Sant'Egidio, oggi al Museo Nazionale del Bargello, che appaiono, come quelli conservati alla Laurenziana e provenienti da Santa Maria degli Angeli, decorati da mani diverse per quanto affini. Il D'Ancona (1914, p. 134 n. 143) colloca il codice, contenente il Comune dei santi, alla fine XIV secolo e attribuisce le miniature tutte a una stessa mano per quanto alcune, come quelle con il Giudizio Finale (c. 84v) e con Cristo e una santa martire (c. 130v), appaiono di qualità leggermente inferiore. Il maestro, che lo studioso giudica uno dei migliori di questo ciclo di corali, è forse lo stesso che operò nell'Antifonario C 71 e che si distingue per l'ottimo disegno e soprattutto per il colore delle carni preparate di verdolino e lievemente soffuse di rosso. La Levi D'Ancona (1958, pp. 175-191; 1962, pp. 188-190, 400, 410), invece, attribuisce a Lorenzo Monaco solo le iniziali istoriate alle cc. 41v, 52v e 74v ed ascrive le restanti a Matteo Torelli, il quale avrebbe ricevuto pagamenti tra l'8 luglio e l'8 novembre 1413. Forse allo stesso Corale si riferiscono anche un pagamento per scrittura a don Jacopo il 16 dicembre 1413, uno per miniature effettuate da Lorenzo Monaco il 7 dicembre 1413 e un conto di legatura pagato a Giovanni di Michele cartolaio il 19 gennaio 1915. Il Boskovits (1975, p. 345), invece, inserisce il Corale nel corpus delle opere di Lorenzo Monaco, datandolo 1405-1410, e anche Ada Labriola (in Lorenzo Monaco, pp. 292-295), recentemente, include il Corale E 70 tra i tre miniati da Lorenzo Monaco per la chiesa di Sant'Egidio dell'Ospedale di Santa Maria Nuova. Dopo un primo avvio dei lavori negli anni 1391-1392, in cui realizzò il Corale C 71, il miniatore probabilmente interruppe l'impresa per il sopraggiungere di impegni con lo scriptorium di Santa Maria degli Angeli e riprese i lavori un ventennio più tardi miniando il codice in questione. Kanter (1994, p. 266) ipotizza la presenza sia di Lorenzo Monaco che di Matteo Torelli nella realizzazione delle miniature, da lui riferite agli anni 1412-1413, e confronta il Giudizio Universale a c. 84v, che attribuisce a Matteo Torelli, con l'analoga miniatura di Lorenzo Monaco del Metropolitan Museum of Art (Robert Lehman Collection 1975.I.2485) ricordando come la miniatura sia lavoro documentato di Matteo Torelli (Levi D'Ancona 1958, pp. 247 e sgg.; id. 1992, p. 96). La Labriola (in Lorenzo Monaco, p. 294) accoglie l'identificazione dell'Antifonario con il Comune dei santi descritto nei documenti del 1413 ma non condivide l'ipotesi del coinvolgimento nell'impresa di Matteo Torelli, o almeno ne ipotizza il possibile ruolo di organizzatore del lavoro in qualità di intermediario tra l'istituzione ospedaliera e i realizzatori del codice e l'intervento nella parte decorativa delle iniziali, in particolare nella realizzazione delle testine che si affacciano dai fregi. Lo stile delle miniature appare, dunque, omogeneo e testimonia la capacità di rinnovamento di Lorenzo Monaco che “abbandona le ricerche chiaroscurali più contrastate […], a favore di stesure cromatiche più soffici e schiarite nei toni, entro contorni sempre incisivi e taglienti” (Labriola, in Lorenzo Monaco, p. 294). Il codice rimase nell'Ospedale di Santa Maria Nuova fino alle soppressioni napoleoniche dei conventi del 1803 e dal 1825 al 1902 fu depositato presso la Galleria degli Uffizi. In data 1 aprile 1900 i due rami del Parlamento italiano approvarono il disegno di legge concernente l'acquisto di opere d'arte appartenenti all'Arcispedale di Santa Maria Nuova (Ridolfi 1902, p. 14) e nel 1902 il Corale entrò a far parte del patrimonio artistico del Museo Nazionale del Bargello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191818-2.10
  • NUMERO D'INVENTARIO Bargello Libri miniati 4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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