Madonna con Bambino in trono e angeli

dipinto, ca 1240 - ca 1250

Tavola resecata in basso originariamente forse parte centrale di un tabernacolo a sportelli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia/ doratura a pastiglia/ argentatura a foglia
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito bizantino
    Berlinghieri Berlinghiero, Bottega
    Coppo Di Marcovaldo/ Cerchia
    ambito toscano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola giunse agli Uffizi dalla chiesa di S. Francesco a San Miniato nel 1873. Dalle recenti ricerche critiche e anche dalla presenza di fori sembra possibile che la tavole costituisse la parte centrale di un tabernacolo a sportelli e che presentasse nella parte superiore una cimasa sul tipo delle Maestà di Guido da Siena. L'immagine è una variante della `Madonna Odigitria' classificata dalla Sandberg Vavalà nella quinta modificazione del tipo, quella che più si avvicina alla "glicophilusa" o madre affettuosa. Le guide ottocentesche citavano la Madonna genericamente come di ambito bizantino. Il Sirèn notò, oltre agli influssi bizantini, un forte legame stilistico con l'opera di Berlinghiero Berlinghieri ed affinità compositive con Coppo di Marcovaldo. Le affinità con Coppo sono osservate anche dal Van Marle, che assegna la tavola ad un artista minore fiorentino della seconda metà del secolo XIII. L'attribuzione a scuola fiorentina fu accolta dalla maggior parte degli studiosi, da Vitzthum-Volbach, Sandberg Vavalà, Sinibaldi, Longhi fino al Bellosi che la data dubitativamente intorno al 1260; Toesca seguito da Procacci preferisce riportarla nel più generico ambito toscano. Luisa Marcucci, attribuendola ad ambito fiorentino intorno al 1270, sottolineava legami con la Madonna di San Iacopo a Cozzile oggi nel Museo Civico di Pescia. Una parte della critica hanno ripreso l'idea di un'origine lucchese dello'opera: così la Jacques (maniera di Berlinghiero), il Garrison (seguace provinciale di Berlinghiero influenzato da Bonaventura, Guido da Siena e dai fiorentini), l'Oertel, l'Arslan (caratteri di Berlinghiero e nordici). Al Garrison si deve anche l'ipotesi, basata sull'indagine stilistica, che tre tavolette con storie della Passione di Cristo conservate alla Yale University Art Gallery di New Haven possano essere parte di una delle bandelle laterali della tavola. Riprende sostanzialmente l'attribuzione ad ambito lucchese vicino a Bonaventura Berlinghieri, ipotizzandone il riferimento al Maestro della Croce delle Oblate, il Tartuferi. Boskovits ritiene la tavola assai prossima all'ambito del Berlinghieri, notando che le caratteristiche stilistiche del dipinto potrebbero suggerire una datazione forse precedente alla pala di Pescia del Berlinghieri, datata 1235. Nel recente catalogo dell'Accademia sara Boninirileva le forti analogie con il dipinto di S. Iacopo di Cozzile, ed esaminando anche le tre storiette laterali della Yale, da un punto di vista stilistico e iconografico, ritiene possibile un accostamento all'ambito di Bonaventura Berlinghieri con una datazione forse immediatamente precedente la metà del secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191321
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 433
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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