reliquiario architettonico di Antonio del Vagliente - bottega bizantina, manifattura fiorentina (fine sec. XI, sec. XIV, sec. XV)
L'oggetto è costituito da due elementi sovrapposti appartenenti a due epoche diverse. La base è una cassetta esagona a due piani il cui zoccolo, su cui è incisa un'iscrizione, è costituito da una serie di modanature sovrapposte. I sei lati della parte inferiore dell'urna sono di cristallo inquadrati in cornici rettangolari di argento dorato e decorati con una serie continua di elementi polilobati. Ciascun lato contiene una reliquia consistente in una placchetta raffigurante un santo con pallio nell'atto di benedire, una reliquia di Santo Stefano, le reliquie sanctorum, una reliquia di santo di difficile identificazione, altre reliquie sanctorum. La parte superiore della base è costituita da altre finestrelle esagone, poste le une sulle altre che presentano, agli spigoli, delle decorazioni a ricciolo e per lati gli stessi cristalli decorati ed incorniciati della parte inferiore. È probabile che anche dietro a questi elementi fossero collocate altre reliquie adesso disperse. Sopra questa base che, sembra essere un elemento a se stante, si trova il vero e proprio reliquario che contiene il braccio di San Filippo. Il tubo cilindrico è inoltre scandito da sei colonnine scanalate terminanti in alto con un capitello corinzio; (segue in OSS)
- OGGETTO reliquiario architettonico
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MATERIA E TECNICA
argento/ doratura/ sbalzo/ incisione/ cesellatura/ fusione
VETRO
- AMBITO CULTURALE Bottega Bizantina Manifattura Fiorentina
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ATTRIBUZIONI
Antonio Del Vagliente (documentato Nella Prima Meta Del Sec. Xv): parte superiore del reliquiario
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO piazza del Duomo, 9, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Costituito da due parti di diversa epoca, il reliquiario di san Filippo contiene reliquie provenienti da varie parti del mondo. Il braccio di san Filippo fu donato al Battistero da Monaco de Corbizzi, patriarca di Gerusalemme, secondo quanto compare nel "De traslazione brachii S. Philippi" conservato all'archivio del Duomo. Dal 1204 la reliquia, dopo che era stata consegnata dal vescovo fiorentino, era esposta in un forzierino d'argento per la festa di san Filippo (1 maggio), per quella di san Giovanni (23 giugno), per quella del perdono (13 gennaio) e per la dedicazione (6 novembre). Della teca superiore dell'attuale del reliquiario, eseguita dal Vagliente, si ha notizia in due documenti del 1422 e del 1425 relativi all'allogagione e al pagamento dell'oggetto. La cassetta esagona che costituisce la base del reliquiario ha una storia più complessa. Alcune delle reliquie in essa contenute facevano parte probabilmente della donazione che Nicoletta Grioni aveva fatto nel 1394 al Battistero, come è attestato dall'iscrizione della base. Nel catalogo del museo dell'Opera del Duomo del 1969-1970 Giulia Brunetti raccolse fonti, documenti ed interventi critici relativi al reliquiario di san Filippo e riconosce l'opportunità di studiare con maggiore attenzione le fonti documentarie. Per la studiosa la parte superiore del reliquiario, eseguita da un orafo non conosciuto, presenta caratteri di notevole modernità; gli elementi innovativi non contrastano però con la data assai precoce ricavata dal documento dello spoglio strozziano. Esiste infatti un legame diretto tra la teca eseguita dal del Vagliente (la pianta poligonale, la forma allungata) con le architetture ghibertiane. Nelle parti scultoree si trovano elementi stilistici differenziati che portano ad attribuire i profetini del tempietto alla stessa mano del resto della teca e la statuetta di san Filippo, sul coronamento, a quella di Michelozzo. La studiosa propone anche che il reliquiario sia stato disegnato da Michelozzo ma eseguito da Antonio di Pietro del Vagliente. La cassetta alla base del reliquiario, con le reliquie della donazione Grioni, viene messa in relazione dalla studiosa con quella analoga del reliquiario di san Simeone Stilita. Entrambe sono collegate ai documenti in cui si cita Matteo di Lorenzo. Nel catalogo della mostra sulla oreficeria nella Firenze del Quattrocento si conferma la datazione della cassetta sulla base dell'iscrizione al 1398 e per il tempietto si conferma l'attribuzione ad Antonio del Vagliente attribuendogli anche l'ideazione della teca e l'esecuzione della statuetta di san Filippo apostolo. Sembra più opportuno accettare questa ipotesi piuttosto che la paternità di Donatello o del giovane Michelozzo proposta dalla Brunetti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/ecclesiastica
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191281-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1987
1989
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0