Madonna con Bambino

dipinto, ca 1335 - ca 1340

Tavola di formato già cuspidato e attualmente centinato riportata all'interno di una cornice neogotica

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia
  • ATTRIBUZIONI Daddi Bernardo (1290 Ca./ 1348 Ca)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Cimabue
    ambito fiorentino
    Daddi Bernardo, Scuola
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto alla metà del Settecento fu descritto dal Richa sull'altare del capitolo del convento carmelitano fiorentino di San Paolino. Era stata probabilmente appena restaurata o meglio ridipinta da Agostino Veracini: un'iscrizione a tergo ricorda infatti questo intervento come avvenuto nel 1750. Forse con le soppressioni napoleoniche tra 1808 e 1810 la tavola passò all'Accedemia di Belle Arti per poi essere temporaneamente depositata in San Marco, da dove nel 1813 passò alla Galleria dell'Accademia. Nel 1900 fu portata nei depositi degli Uffizi dove fu conservata fino al 1919, per poi rientrare definitivamente all'Accademia, con l'eccezione del breve periodo di deposito nei rifugi bellici di Montegufoni. Fu indicata da Richa con l'attribuzione mitica a Cimabue, successivamente nei cataloghi dell'Accademia come scuola fiorentina del XIV secolo. La prima attribuzione a Bernardo Daddi si deve al Perkins e al Bacci nel 1906; il riferimento è stato generalmente accolto dalla critica successiva con oscillazioni tra l'autografia del maestro e l'esecuzione da parte della bottega. La prudenza è stata più che altro dettata dal precario stato di leggibilità della parte originale del dipinto. In tempi recenti la critica, dal Bonsanti, al Boskovits, a Skaug, a Tartuferi sembra orientata a sostenere l'autografia del maestro in una fase abbastanza tarda, tra 1335 e 1340, come sembrerebbero confermare anche l'inquadramento spaziale ampio e l'accentuato plasticismo; elementi che trovano confronti in opere tarde come il polittico della cattedrale di Firenze e la Maestà di Orsanmichele. E' stato proposto, plausibilmente, che la tavola possa essere la parte centrale di un polittico, del quale tre pannelli laterali, frammentari, sarebbero stati riconosciuti in un Santo Vescovo e Sant'Elena già nella collezione von Quast e un San Giovanni Evangelista nella Galleria di Kansas City, già ricollegato da Offner alle due tavole von Quast
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191236
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 3466
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • ISCRIZIONI a tergo della tavola - OPERA DI CIMABUE RESTAURATA DA AGOSTINO VERACINI NEL LUGLIO ANNO 1750 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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