Madonna con Bambino, Santi, Cristo crocifisso, Leggenda dei tre vivi e dei tre morti

dittico, ca 1338 - ca 1340

Dittico composto da due tavole cuspidate e due sottostanti tavolette rettangolari

  • OGGETTO dittico
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Daddi Bernardo (1290 Ca./ 1348 Ca)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Assistant Of Daddi
    Daddi Bernardo (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dittico è composto di due tavolette cuspidate e due sottostanti tavolette rettangolari. Nelle prime sono raffigurati a sinistra la Madonna con il Bambino in trono tra i Santi Giovanni Battista, Caterina d'Alessandria, Margherita e santo vescovo, a destra la Crocifissione di Cristo con i tre dolenti. I due scomparti sottostanti raffigurano l'incontro dei tre vivi con i tre morti: un tema iconografico che si ispira ad una narrazione letteraria di probabile ascendenza orientale, forse preislamica, ripresa dalla letteratura francese e frequentemente rappresentata nel Medioevo. Tra i vari esempi si ricorda quello del Camposanto di Pisa del Buffalmacco. Un tema particolarmente adatto ad un piccolo altarolo destinato alla devozione privata e alla meditazione sul carattere effimero della vita terrena. Il dittico è pervenuto alla Galleria dell'Accademia dal convento di S. Pancrazio durante le soppressioni napoleoniche tra 1808 e 1810. Sono infatti identificabili con alcune tavolette descritte nel convento dai Processi Verbali della Commissione per la Conservazione. Nel 1810 a San Marco il dittico risulta essere già scomposto, infatti sono ricordati tre pezzi con l'esclusione della tavola con la Maestà. Le due tavolette cuspidate risultano riunite in seguito, a partire dall'inventario del Masselli, che invece considerò separate le due predelle; le quattro tavolette sono state riunite su suggerimento di Offner nel 1936, e così parteciparono alla Mostra Giottesca del 1937. Per quanto riguarda l'aspetto attribuzionistico la prima segnalazione di rilievo è del Cavalcaselle che accosta la tavoletta con la Crocifissione agli affreschi della cappella di S. Silvestro a Santa Croce, all'epoca ritenuti di Giottino. Il Suida ritiene le due tavole principale opera di un opera di un ipotetico Meister der Kreuzigungen, maestro al quale attribuiva altre opere oggi collegate al nome di Bernardo Daddi, datandole al quarto decennio. L'accostamento al Daddi si deve alla Cruttwell e successivamente a Siren che propende per l'esecuzione di bottega. Posizione sostenuta dalla critica successiva. Da rilevare la proposta di Offner che associava le tavolette al gruppo denominato Assistant of Daddi. La Marcucci ritiene l'opera un prodotto tardo dell'attivitá dell'artista con intervento della bottega. In tempi più recenti Bonsanti e Boskovits fanno un riferimento esplicito al Daddi con una datazione sulla fine degli anni Trenta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191224A-0
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 8566-8567
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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