monumento funebre - ambito toscano (sec. XIX)

monumento funebre,

Monumento funebre costituito da un'edicola parietale a nicchia, dipinta a secco con effetti tridimensionali illusionistici, contenente il busto in bronzo del defunto, ritratto in abiti da pittore, su mensola. La pittura imita nell'architettura della nicchia tarsie policrome a motivi geometrici di marmi, tessere musive e lastrine in vetro, con motivi tratti dal repertorio decorativo gotico, nel fondo due stemmi scolpiti entro compassi: il Giglio del Comune di Firenze e l'Aquila di Parte Guelfa con la Croce del Popolo. Ai lati sono applicati due viticci a due luci in ferro battuto. La lastra tombale è ai piedi del monumento

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    ferro/ battitura
    intonaco/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di una delle tombe più significative di questo cimitero, sia per l'importanza storico-artistica del defunto, il pittore, decoratore, restauratore ed erudito Gaetano Bianchi, una delle personalità più colte, versatili e note della cultura per revivalistica fiorentina ottocentesca ( ancora oggi ricordato per i suoi restauri agli affreschi Bardi di Giotto in S. Croce e per la decorazione di alcuni ambienti del Bargello) che per l'insolita realizzazione del monumento, dipinto sulla parete in stile trecentesco con evidente richiamo ai gusti ed alle attività del defunto. Di notevole qualità è anche il busto in bronzo, purtroppo privo di firma, dove il moderno e sensibile realismo del volto e dell'abito viene inquadrato da un taglio neoquattrocentesco, ulteriore omaggio alla personalità ed al gusto del Bianchi che in gioventù si era fatto ritrarre con abiti rinascimentali dal falsario Giovanni Bastianin in una celebre terracotta ispirata ai busti di Mino da Fiesole. L'autore potrebbe essere Augusto Passaglia (Lucca 1838-Firenze 1918), uno degli scultori più autorevoli ed espliciti in tali recuperi quattrocenteschi, che per questo stesso cimitero aveva già realizzato l'importante monumento al vescovo Cecconi ( 1888 ca.), un artista documentato del resto in più incarichi pubblici a fianco del Bianchi. Sappiamo che per ornare la propria sepoltura nel Camposanto di Pinti, il Bianchi aveva destinato negli ultimi anni di vita una tavola da lui dipinta in stile neoquattrocentesco, ispirata soprattutto al Perugino, raffigurante "Maria Mater Gratiae" in trono adorata da un pellegrino infermo, dal suo angelo custode e dal committente (il pittore stesso in abiti quattrocenteschi (?)): il 21 febbraio 1893 l'opera fu infatti donata dalla figlia Elettra all'Arciconfraternita proprio per arredare questa cappella dove sembra sia stata esposta fino alla metà del '900 quando, forse per una migliore conservazione, fu trasferita nella sede della Misericordia in piazza del Duomo, dove tutt'oggi si trova (cfr. bibliografia)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900188936-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sulla cornice della mensola - N(ATO) MDCCCXIX/ GAETANO BIANCHI/ M(ORTO) MDCCCXCII - lettere capitali - a incisione -
  • STEMMI entro la nicchia in alto - civile - Stemma - Parte Guelfa - giglio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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