autoritratto di Rembrandt

dipinto, ca 1660 - ca 1668

Ritratti: autoritratto di Rembrandt. Abbigliamento: abito rosso scuro; mantello marrone con bordi di pelliccia; berretto di velluto nero; catena d'oro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 74 cm
    Larghezza: 55 cm
  • ATTRIBUZIONI Van Rijn Rembrandt Harmenszoon (1606/ 1669)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO Piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è da identificarsi con quasi assoluta certezza con l'autoritratto del pittore olandese inventariato nella collezione del cardinale Leopoldo de' Medici nel 1675 in Palazzo Pitti (Prinz 1971). Nel 1704 fu trasferito agli Uffizi, dov'è ricordato in tutti gli inventari conosciuti e dal Baldinucci (V, p. 306). Prinz (1971), seguendo C. Gould (Trophy of Conquest..., 1965, p. 60 s.) pensa che il dipinto fu tra quelli trafugati da Napoleone nel 1799, ma evidentemente equivoca col cosiddetto "Rabbino". L'ingresso del dipinto nella raccolta di autoritratti formata da Leopoldo de' Medici nel suo appartamento di Palazzo Pitti non è documentato: sappiamo solo che fu antecedente al 1675, anno di morte del porporato e dell'inizio della stesura dell'inventario delle sue proprietà nel palazzo. Il quadro citato nell'inventario è da riconoscersi con ogni probabilità con l'esemplare passato nel 1704 agli Uffizi e da allora esposto nella sezione dedicata agli autoritratti. Infatti l'esistenza di un secondo autoritratto di dimensioni pressoché uguali ha sempre creato problemi di identificazione: è probabile che quest'ultimo dipinto, appartenuto a Ferdinando de' Medici, pronipote di Leopoldo, che lo aveva collocato nella Villa di Poggio a Caiano donde passò agli Uffizi nel 1773, provenisse da Dusseldorf. Mentre per il secondo autoritratto la critica si è ormai indirizzata verso la negazione dell'autografia, per quello del cardinal Leopoldo non sono mai stati sollevati dubbi circa la sua autenticità, (comprovata anche dalla recente radiografia che ne mette in risalto il potente modellato) anche se ne è stato osservato un certo offuscamento della superficie (Gerson 1968). Generalmente datato nel periodo più tardo, intorno al 1664-68. Del dipinto esistono numerose copie: disegno di J. van Strij (matita nera, acquerello bruno, mm. 166 x 141, coll. W. B. Wouters, Delft: cfr. cat. mostra Delft 1962, n. 29); di V. Ghisaldi a Dresda (cfr. H. Ebert, Kriegverluste der Dresdner Gemaldegalerie, Dresden 1963, p. 31, n. 547); copia di anonimo (Luca Giordano?; v. Meijer 1983, p. 16, ripr. a fig.11), Napoli Capodimonte, coll. Marcellis (tela 85 x 61); Varsavia, Museo (sec. XVIII); Penicuick House, Scozia, coll. Clerck, A. Clerkc (ovale, 30 x 25); Firenze, Galleria, solo la testa (sec.XVIII?, Inv.l890, n. 5351, 49 x 49); Varsavia, Museo Nazionale (XVIII sec); San Francisco, coll. J. Howell (XVIII sec). Inciso da G. D. Campiglia; G. F. Schimdt, 1771; H. Gutenberg per Wicar-Mongez 1789; G. Tubino / S. Richard per Ranalli 1841; Townley (mezzotinta, ripr.in Wurzbach, Rembrandt-Galerie Stuttgart 1886); Lanzedelli 1819 (litografia, B. 504, R. 374)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900186867
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 1871
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2001
    2006
    2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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