stipo - manifattura di Praga (prima metà XVII)
stipo
1601 - 1650
Stipo eseguito in ebano intarsiato, di particolare complessità. Presenta un andamento genericamente piramidale, con larga base rettangolare, decorata da formelle in commesso di pietre dure, tutte raffiguranti paesaggi di ispirazione fantastica. Nella parte mediana si aprono piccoli cassetti, destinati alla custodia di oggetti di valore. Nella parte alta una piccola balaustra decorata con colonnine ed un baldacchino finale ornato da quattro vasetti eseguiti in agata. Presenta inoltre, nella parte inferiore, quattro peducci angolari a foggia di mascheroni in bronzo dorato di gusto neo-manieristico
- OGGETTO stipo
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MATERIA E TECNICA
pietra dura/ intarsio
legno di ebano
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Praga
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
- LOCALIZZAZIONE Opificio delle Pietre Dure
- INDIRIZZO Via degli Alfani, 78, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo complesso oggetto, trasferito il 21 aprile 1857 dalla Guardaroba di Palazzo Vecchio all’Opificio per probabili restauri, come risulta dal verbale di consegna, sembra essere un prodotto di “Alemagna” (A.S.G. Filza 1857, c. 4). Di questo restauro ottocentesco non resta documentazione scritta, ma certo questa operazione apportò aggiunte riconoscibili nei quattro peducci laterali, a foggia di mascheroni in bronzo dorato, di gusto neo-manieristico, o anche nella recinzione a balaustri del coronamento, eseguito in legno e bronzo. E’ probabilmente in questa occasione che furono prelevati, dai materiali in deposito presso l’Opificio, i quattro vasetti in agata che oggi sono visibili a coronamento dello stipi. La tipologia di questo prezioso oggetto si riallaccia ad una tradizione prettamente cinquecentesca, dove creazioni del genere erano adibite alla conservazione di cose antiche e segrete, oggetti muniti di meccanismi con aperture mimetizzate: qui la chiave è rappresentata dalla colonnina a sinistra del vano centrale che apre, sia pure nelle ridotte dimensioni dello stipo, ben ventiquattro tra cassetti e sportelli. A tutta questa ricchezza ingegneristica si aggiunge inoltre una scacchiera incassata nel basamento superiore, intarsiata in avorio e legno. Lo stipo, nonostante le variazioni subite in seguito alla perdite di elementi proprii delle strutture originarie, anche in virtù dei restauri ottocenteschi, riesce comunque a conservare un disegno di classica misura, ancora cinquecentesco, sia nelle limpide scansioni architettoniche che nella coerenza compositiva delle singole parti, dove la preziosità dei materiali usati ben si coniuga con la raffinata tecnica di lavorazione. L’appartenenza dello stipo ad un ambito culturale nordico si può riscontrare da vari particolari solo apparentemente secondari, quali le due mensoline in argento dorato che recano sulla faccia superiore due coppie di animali onirici in lotta tra loro (di derivazione tardo-gotica) che, nelle regioni del nord, senza soluzioni di continuità, si riallacciano alle realizzazioni di bizzarro decorativismo di gusto manierista: e anche lo stesso impiego dei materiali, che oltre ad essere di ambito nord-europeo, quali i diaspri di Boemia e di Alsazia, rivelano una lavorazione a fasce e specchiature geometriche di gusto peculiarmente germanico, così come le otto formelle raffiguranti varie vedute urbane e paesaggi, sono molto affini alle creazioni prodotte dalla bottega del Castrucci, attivo a Praga, presso la Corte Imperiale del 1628, data che costituisce quindi un termine “ante quem” per la sua datazione, probabilmente oggetto inviato in dono da Praga a Cosimo III come esempio qualificcato della produzione dell’atelier del Castrucci
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900170304
- NUMERO D'INVENTARIO 567
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Opificio delle Pietre Dure
- ENTE SCHEDATORE Opificio delle Pietre Dure
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0