ultima cena

dipinto murale, ca 1631 - ca 1631

affresco staccato e ricollocato su supporto

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Rosselli Matteo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’affresco del refettorio, datato e firmato da Matteo Rosselli nel 1631, come si vede ancora in basso a destra, gli fu commissionato da Alessandro Berti, devoto governatore del Monastero dal 1624 al 1638. Del committente per il quale il Rosselli aveva dipinto anche la tavola col miracolo di San Domenico pochi anni prima (cfr. scheda con foto A. F. S., Firenze nr. ) ci parla piuttosto diffusamente il Richa (op. cit. pp. 283-284). Ricordato come Cappellano del Card. Carlo dei Medici e Canonico di San Lorenzo, Alessandro Berti viene indicato fra i maggiori benefattori del Monastero. Questi, infatti, non solo lo arricchisce di importanti opere d’arte, ma lo lascia suo erede universale destinandogli una discreta fortuna. L’opera in esame, ricordata fugacemente dal Baldinucci nella vita del pittore (cfr. bibl. ), costituisce uno dei classici nella produzione ad affresco del Rosselli. Di lui infatti sappiamo, attraverso il biografo, che dipinse numerosi cenacoli in monasteri della città alcuni dei quali oggi perduti (per maggiori notizie cfr. l’opera di L. Vertova cit. in bibl.). Questo degli Angiolini (datato 1631) con quelle di San felice in Piazza (datato 1613) e quelle nella Badia di Montesenario (datato 1634) ci forniscono una chiarissima idea a quali caratteristiche il Rosselli impiantò le sue “Cene”. Accantonando l’opera in San Felice, di molti anni precedente, il confronto più diretto viene fra il nostro e l’affresco di Montesenario nei quali riscontriamo un’analogia nella resa plastica delle figure e nella scelta degli accessori di contorno. La vicinanza fra queste due versioni della medesima scena risalta maggiormente dal confronto con il disegno n. 1564 del Louvre (pubblicato nel 1969 da F.Fani Guazzelli su “Antichità Viva”, cfr. bibl. ) che la Fani Guazzelli considera per Montesenario. Il foglio, che presenta l’intera scena, è infatti quasi identico nella disposizione delle figure (4 Apostoli di spalle) e nella presentazione della stanza, all’affresco di Montesenario. Differisce invece, avvicinandosi all’affresco degli Angiolini, nella visione d'insieme della mensa e delle figure viste dall'alto, della tovaglia (decorata in basso al bordo), e delle figure dei servi ai lati, assenti a Montesenario. Tali considerazioni, oltre ad una levità nella luce e nella morbidezza dei colori, mi fanno proporre un’antecedenza nella datazione del disegno che ipotizzerei anteriore al 1631 ed usato poi per entrambi i Cenacoli. Ricordiamo l’esistenza, per l’affresco degli Angiolini, di una sinopia rinvenuta durante il distacco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista privata/ecclesiastica
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900162994
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • ISCRIZIONI sul bacile a destra - ALESS. BERTI FECIT FIERI MDCXXXI MATTEO ROSSELLI DIPINSE - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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